Linea d'ombra - anno II - n. 7 - dicembre 1984

tanza. No, in genetica. - In cosa? chiese la donna. Improvvisamente interessato, il barista tentò di parteèipare alla conver_sazione., - Il signore si occupa di genetica? chiese al cavallo. - Proprio così. C'era un breve intervallo. I musicisti si scolavano bevande fresche. Il ragioniere un po' brillo era definitivamente crollato tra le braccia d'una donna di strada. Un leggero frastuono era la sola cosa che esprimessela vita intellettualedellepersone presenti. Una specie di annoiato rispetto circondava il cavallo. Costui ne era assai soddisfatto. Si mise a declamare: - Sì, disse, è una scienza che interessa in modo particolarissimo la mia famiglia. Figuratevi. Con i suoi grandi occhi si guardò all'intorno per vedere se lo ascoltavano bene. - Figuratevi, continuò, che mio nonno era centauro e la nonna giumenta. Perciò, in base alle leggi di Mendel, ecco il risultato. E si battè il petto a piccoli colpi di zoccolo un po' pedanteschi. - Ma, aggiunse con fierezza, ho una sorella con due zampe. Fa la ballerina a Tabarin. E sorrise con aria arguta. - La si vede soprattutto nel quadro intitolato: Il Combattimento delle Amazzoni. Si fermò e con calma mandò una boccata di fumo di fieno verso il soffitto. - Recita la parte di un cavallino. Un'altra pausa. - Sono le piccole ironie della vita, concluse. Il barista scoppiò a ridere, entusiasta. L'uomo e la donna abbozzarono una smorfia. - Ce lo fa aspettare, il gotto, borbottò l'uomo sottovoce. L'udito fine del barista colse l'allusione. Chiese in tono allegro: - Allora, cosa serviamo a questi signori? - Sì, sì, nitrì il cavallo facendo di nuovo gesti disordinati con le zampe anteriori. Un bicchiere, vi offro un bicchiere. - Cosa prendi? chiese l'uomo alla donnà. La donna ebbe un momento di esitazione. - Un gin fizz, disse alla fine. - Un gin fizz per la signora, confermò il barista con crescente entusiasmo. - Anche per me, un gin fizz, disse l'uomo. - E per il signore? chiese il barista al cavallo. - Gin fizz, disse il cavallo. - Tre gin fizz, sbraitò il barista. Si precipitò sui suoi congegni, mentre l'orchestra riattaccava con una nuova selezione di motivi 1900 su richiesta generale dei ballerini col cappello floscio. - Hai ragione, disse la donna all'uomo, non c'è altro da fare. Bisogna che tu vada a batter cassa dalla zia Carlotta. ·~ Ci andrò domani, disse l'uomo. Ma non è mica divertente. j STOR/IOEUENEAU - E quanti anni mi date? chiese loro il cavallo. Girarono la testa verso di lui. - Quarant'anni, disse la donna con voce smorta. - Sei pazza, le disse l'uomo a bassa voce. A quell'età, un cavallo è crepato. Si voltò verso il cavallo: - No, disse. Due anni e mezzo, tre anni. - Giusto, disse il cavallo con soddisfazione. Poi il suo volto cambiò improvvisamente espressione e divenne gelido. - Ma, chiese all'uomo, perché detto: crepare? - Io? rispose l'uomo con aria falsamente innocente. - Sì, lei, disse il cavallo. Perché lei detto: crepare? - Ah sì, fece l'uomo con aria disinvolta. Crepare. Crepare. - Sì, crepare, disse il cavallo. Si mise a fare grandi gesti con le zampe anteriori poi bruscamente sferrò un forte calcio nel vuoto. I ballerini si scostarono rispettosamente. - Crepare, nitrì, lei ha detto crepare. - Parlavo della zia Carlotta, disse l'uomo. - Ma sì, è così, esclamò la donna. Stavamo parlando della zia Carlotta. - Che creperà presto, aggiunse l'uomo. Si misero a ridere con aria saputa. Il cavallo si era apparentemente calmato. Ora li guardava con occhio severo e ovale. - Ecco i tre gin fizz per i signori, disse il barista sistemando i bicchieri davanti ai clienti. - No, fece il cavallo. Con un colpo di zoccolo preciso ma dignitoso, fece scivolare gli altri due gin fizz davanti al suo. ni. - Tutti e tre per me, disse al barista. Si voltò verso i suoi due amici con aria calma e maestosa. - La zia Carlotta, gli spiegò l'uomo, creperà presto. Il cavallo non gli rispose. - E poi, ce le sta rompendo, disse l'uomo alla donna. VieScesero dai loro sgabelli. - Buonasera, disse il barista con imparzialità. - Buonasera, risposero. Sulla soglia si fermarono. Si era messo a nevicare. - Vedrai che ti bagni di nuovo i piedi, disse l'uomo. - Cosa ci vuoi fare, disse la donna. Si voltarono e videro il cavallo che aveva già trangugiato due gin fizz. Il cavallo fece finta di non vederli. Si mise a bere il terzo. Con una cannuccia. Uscirono. - Tempo schifoso, disse l'uomo. - Non prendertela-, disse la donna. - Domani andrò a batter cassa dalla zia Carlotta, disse l'uomo. Copyright Gallimard 1981 (traduzione di Daniele Gorret) · ; 37

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