Linea d'ombra - anno II - n. 7 - dicembre 1984

36 STORIE/QUENEAU - Non dargli retta, le consigliò l'uomo con discrezione. - No, grazie, disse la donna, preferisco le gauloises. Il cavallo si voltò verso l'uomo che rifiutò a sua volta. - Anch'io. E poi non fumo mai dopo le nove di sera. Il cavallo li guardò con aria sospetta. I due gli fecero un sorriso gentile. La donna accese la sua gauloise. L'uomo non accese proprio niente. Il cavallo si scalmanava. Alla fine, rimise la scatola nella fonda. In quell'istante il ragioniere un po' brillo andò a spaccarsi la testa sull'impiantito e i camerieri si misero a srotolare stelle filanti facendo finta di divertirsi un mondo. - Non credi, disse l'uomo, che si potrebbe provare a batter cassa con la zia Carlotta? - Ma è così tirchia, disse la donna. - Però, nella nostra situazione. - Prova tu, disse la donna. Ti vuole tanto bene. - Sì, lo so. Che barba. Che vita. Il cavallo aspettava con gravità che avessero finito. Dopo quest'ultima esclamazione, ritenne giunto il momento di intervenire. - Anch'io ho una zia, disse con aria arguta. E voi berrete un bicchiere con me, aggiunse con aria più minacciosa. - Che, cominciò l'uomo, ma s'interruppe per bere una sorsata d'acqua. - Siete Houyhnhnm? chiese gentilmente la donna. La domanda sembrò entusiasmare il cavallo. Si mise di nuovo ad agitare lè grandi zampe e a strabuzzare gli occhi. - Non Houyhnhnm, nitrì. Non Houyhnhnm. Niente affatto, Houyhnhnm. Indovinate? E si chinò verso di loro, con lo sguardo che brillava, come se fossero stati una razione di avena. O anche due. - Non Houyhnhnm, insisteva. Indovinate. Messi di fronte a questo mistero, l'uomo e la donna non sapevano che rispondere. - Quando potremmo vederla? chiese l'uomo alla donna. - No, no, gridò il cavallo con un sorriso bonario. No parlare d'altro. Indovinate. - Houyhnhnm, disse l'uomo con rassegnazione. - No, no, non Houyhnhnm, non Houyhnhnm. - Allora non sappiamo, disse l'uomo con rassegnazione. Il sorriso del cavallo si fece ancora più paterno. - Su. Pensateci bene. Una città famosa. Indovinate. Indovinate. - Ce le sta rompendo, disse l'uomo tra i denti. Ma il cavallo aveva sempre un sorriso bonario, e i suoi, di denti, continuava a mostrarli. La donna fece un tentativo: - Auteuil? - No, esclamò il cavallo contentis.-;imodi quel giochetto. - Le Tremblay? -No, no. - Chantilly? - No, no e no. La donna elencò altri campi di corsa. Ma era sempre no. Alla fine l'uomo, finendo il suo bicchier d'acqua, disse al cavallo: - Non sappiamo proprio. E alla donna: - Non hai sete? Non vuoi un bicchier d'acqua? - Vi offro un bicchiere io, dichiarò il cavallo con autorità. Lasciamo questo da parte per il momento. Allora voi non sapere? Voglio dire non sapete? - No, disse la donna. - Ebbene, sono di Troia. - Ah, fecero gli altri. - Sono troiano, insisté il ronzino. - Ah, troiano, dissero gli altri. - Sì, sono di Troia, nitrì il cavallo al colmo dell'eccitazione. - Non è ubriaco, disse l'uomo, è drogato. - E poi, disse il cavallo di Troia, vi mostrerò il mio pedigree. Spinse 'all'indietro una delle zampe anteriori e rovistò tra le fonde della sella. Ne tirò fuori un taccuino unto e bisunto che si mise a sfogliare affannosamente. Certe pagine parevano proprio macchiate di sterco. - Lo vedete, no, sono nato a Troia. Ma papà è nato a Saratoga e mia mamma a Epsom. Avevano due zampe tutti e due. Me voler dire: ognuno due zampe. Ma ho antenati che ne avevano quattro. - No? fece l'uomo esprimendo un dubbio. Si voltò verso il barista e ordinò due bicchieri d'acqua. - Domani ti fregheranno di nuovo, disse la donna. - E basta così per oggi? chiese il barista. - Sì, disse l'uomo. - Un momento, un momento, disse il cavallo al barista. Offro un bicchiere. Il barista esitò. - Portateci pure un bicchier d'acqua per due, disse l'uomo. - Sì, sì, disse il cavallo, fra poco berremo un bicchiere insieme, ma ancora una cosa me chiedervi indovinare. Voglio dire: ho ancora una domanda da farvi. - E la faccia, disse l'uomo con un'espressione forzata ed eccessiva, che gli occupava tutto il viso a partire dalla commessura delle labbra. Il cavallo rimise il pedigree nella fonda della sella e ne tirò fuori il suo fieno fumabile. - No? non fumate? - No, dissero in coro l'uomo e la donna. S'infilò un sigaretto tra due denti e lo tese verso l'accendino del barista. Ne tirò qualche boccata che poi diresse verso il soffitto. Il suo volto si era addolcito, i suoi occhi sembravano tradire una certa soddisfazione. E perfino una certa pretensione. Riprese la parola in questi termini: - Evidentemente non indovinerete mai il mio mestiere. - Fate dello sport! suggerì timidamente la donna. - Ne faccio un po' di tanto in tanto, rispose il cavallo tranquillamente. Corro, è vero, di tanto in tanto, ma soltanto corse di gentlemen. No, non avete indovinato. Sono studente. - In botanica? chiese l'uomo cercando di fare uno sforzo d'irrazionalità. - Non male, non male, rispose il cavallo con aria d'impor-

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