Seminario alla Eco/e Des Nantes Etudes, 1974 (foto Daniel Boudinet, da Barthes di Roland Barthes, Einaudi 1980). compito, o lo psicodramma. L'indiretto è proprio quel che noi precediamo senza guardarlo). La differenza Come falansterio, il seminario ha per compito: laproduzione delle differenze. La differenza non è il conflitto. Nei piccoli spazi intellettuali, il conflitto non è che lo sfondo realista, la parodia grossolana della differenza, una fantasmagoria. La differenza, che vuol dire? Che ogni relazione, poco a poco (ci vuole tempo), si fà originale: ritrova l'originalità dei corpi presi a uno a uno, spezza la riproduzione dei ruoli, la sazietà dei discorsi, smonta ogni messa in scena del prestigio, delle rivalità. La delusione Poiché quest'assemblea ha un legame con il godimento, è fatale che sia anche un luogo di delusione. La delusione nasce alla fine di due negazioni, di cui la seconda non distrugge la prima. Se constato che X (professore, moderatore, relatore) non mi ha spiegato perché, come, ... ecc., questa constatazione resta accettabile, come senza conseguenze: niente si sfalda, perché niente aveva fatto presa; ma se io duplico il momento negativo, allora faccio emergere la figura del colmo, mi rivolto aggressivamente contro un destino aggressivo; ricorro alla clausola delusiva per eccellenza, il "nemmeno", che sottolinea e l'indignazione intellettuale e il fallimento sessuale: "X non ci ha nemmeno detto, spiegato, dimostrato ... fatto godere". Quando la delusione è generale, l'assemblea si sbanda. Moralità/Morale Decidiamo di parlare di erotismo dovunque il desiderio abbia un oggetto. Qui gli oggetti sono molteplici, mobili, o meglio ancora: fugaci, presi in un movimento di apparire/sparire: sono pezzi di sapere, sogni di metodo, frammenti di frasi, è l'inflessione di una voce, il tono di un abito, insomma tutto quel che forma la parure di una comunità. E si diffonde, circola. · Questo erotismo lieve, cosi prossimo al semplice profumo della droga, allenta il sapere, lo distende, l'alleggerisce del suo peso di enunciati; ne fa appunto una enunciazione e funziona come garanzia testuale del lavoro. Tutto ciò lo dico solo a causa del non-detto abituale. Partiamo da cosi lontano che ci sembra incongruo un luogo di insegnamento che abbia anche la funzione di considerare i corpi che vi si rappresentano; nulla è più trasgressivo che dedicarsi a leggere l'espressione corporea di un'assemblea. Rimettiamo il corpo li dove è stato scacciato e si intravvede tutto uno slittamento di civiltà: "Considero la moralità greca (non potremmo dire oggi: l'asiatica?) come la più alta mai esistita; la prova è che ha portato l'espressione corporea al punto più alto. Ma la moralità a cui penso è quella effettiva del popolo, non quella dei filosofi. Con Socrate, comincia il declino della morale ... " Avversione per ogni socratismo. La conversazione La scrittura compare quando si produce un certo effetto (contraddittorio): che il testo sia, allo stesso tempo, una prodigalità folle e una riserva inflessibile- come se, al punto estremo della perdita, qualcosa restasse ancora, inesauribilmente, in vista del testo che verrà. È quel che suggerivaMallarmé, forse, quando chiedeva che il libro fosse analogo alla conversazione. Perché anche nella conversazione c'è una riserva, e questa riserva è il corpo. Il corpo è sempre l'avvenire di quello che si dice "tra noi". Qualche decimo, come l'accenno di una disarticolazione, separa il discorso ·dal corpo: proprio quei tre decimi la cui caduta definisce lo stile, secondo l'attore Zeami (Giappone, XIV0 sec.): "Fate muovere il vostro spirito a dieci decimi, fate muovere il vostro corpo a sette decimi". L'appunto stordito Sappiamo a che cosa risale, per via etimologica, la parola "stordito"? Al tordo ubriaco d'uva. Nessuno stupore, allora, se il seminano è un po' "stordito": scivolato fuori dal senso, dalla Legge, preso in una leggera euforia, le idee vinascono come per caso, indirettamente, da un ascolto morbido, da un certo swing dell'attenzione (vogliono "prendere la parola"; ma è "prendere l'ascolto" che inebria, spiazza, sovverte; sta nell'ascolto la breccia della Legge). Nel seminario non c'è niente da rappresentare o da imitare; l' "appunto", strumento massiccio di registrazione, sarebbe fuori posto; si annota solo, con un ritmo 31
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