POESIAITALIANA •84 Alfonso Berardinelli .,, essun catalogo, nessuna bibliografia, e tanto meno ..... nessuna antologia potrebbe ormai contenere il mare della Nuova Poesia Italiana. Nessun Ercole dell'informazione e della critica potrebbe venire a capo di questa Idra dalle mille teste. La Nuova Poesia contiene in sé anche la vecchia, cioè quella più nota e più autorevole: la circonda, la circuisce, la in- . globa, la inghiotte. Come la poesia buona fa parte di quella cattiva, l'intrico degli arbusti e dei rami è così fitto che non si riesce più a venirne fuori, e fra bosco e sottobosco la vegetazione è cresciuta a tal punto che una volta inoltratisi anche solo per pochi passi nel selvaggio rigoglio di questa vegetazione di parole, si può rischiare di morire di sete e di fame o di restare soffocati e sopraffatti dalla quantità e dalla fatica. Enormi e purtroppo quasi inutili le antologie, i dizionari, le rassegne. Da sempre, certamente, il meglio convive con il peggio: ma questa volta, in questo caso forse non solo italiano della Nuova Ondata Poetica, il compito di distinzione è particolarmente arduo. Così, la prima reazione spontanea del lettore e dell'eventuale critico è una reazione di difesa. È impossibile che la Poesia o le Muse in persona abbiano voluto giocarci uno scherzo così diabolico. Quello che avevamo creduto il regno della rarità, dell'eccezionale e dell'insolito, dell'originale e dell'irripetibile ci si presenta invece con i connotati esattamente rovesciati dell'abbondante, del ripetibile, del comune, del prevedibile e del banale. L'Eccezione diventa la Regola. E la regola non precomplica notevolmente le cose. I trapassi inavvertiti sono molto più insidiosi di quelli che avvengono in piena luce. E c'è sempre qualcuno disposto a scambiare un crepuscolo senza fine per un'alba radiosa. A dieci anni di distanza dalla loro prima comparsa sulla scena, i Nuovi Poeti sono rimasti più o meno al punto di partenza, senza pubblico, naufragando semplicemente nel loro confortevole ghetto, sovraffollato e pletorico. Ricercare le cause di certi effetti non è più un'attività particolarmente apprezzata. (Effetti senza cause, cause che non avranno effetti: ecco un'idea di Storia che si sta imponendo). Ma anche non attribuendo a tale ricerca delle qualità scientifiche certe, possiamo tentare ugualmente qualche ipotesi. Prima ipotesi: Declino degli esperti. Sono da tempo in crisi il prestigio e la probità di cui l'élite degli esperti, dei professionisti e dei conoscitori ha bisogno per esercitare la propria funzione. · Questa funzione è essenzialmente selettiva. Per quanto la si possa discutere e temere, essa ha il merito di rendere respirabile l'atmosfera letteraria. Indirizza e educa il gusto. Delinea alternative e conflitti. Rende ragione di presupposti e di eventuali prospettive. Distingue e discute il bello e il brutto, il significativo e l'insulso. Questa élite oggi è quasi estinta. Non esercita la propria funzione o la esercita in modo distorto. Più semplicemente, forse, soffre di scarsa legittimazione come l'oggetto di cui si occupa e la cui integrità dovrebbe custodire: la letteratura stesvede regole, non conosce confini, ignora ogni limite. Si fonda sa. infatti su un accreditato e diffuso principio estetico: quello secondo il quale la sola norma del Linguaggio Poetico è la violazione di una norma contro cui tutti ancora si accaniscono, ma Il delicato equilibrio ecologico che regola e rende abitabile un sistema o un sotto-sistema culturale è perciò turbato; L'inquinamento da scorie letterarie aumenta. Certi generi ne soffrono più di altri, e la poesia lirica, dato il suo rapporto instabile, poco definibile e spesso pretestuoso con il pubblico, ne soffre particolarmente. In poesia (nella poesia moderna), tutto è permesso per principio, i confini tra l'estrema inventività e l'arbitrio gratuito non sono molto chiari e i tempi di verifica sono lenti. che ormai nessuno conosce. Nell'apoteosi finale della sua ubriachezza, l'universo culturale che si autodefinisce poetico nega l'evidenza della propria sparizione, del proprio suicidio per troppo ottimismo. La qualità pura si è rovesciata in pura quantità. La sovrapproduzione poetica si trova di fronte una cadutaverticale della richiesta e del consumo. Questo enorme Tutto sembra all'improvviso un minuscolo Nulla. L'intero fenomeno sta per essere archiviato. Fra poco, probabilmente, si passerà ad altro. La fase discendente del ciclo si è annunciata da tempo. Ma, infine, è possibile che nessuno si accorga di niente e che gli abitanti di questa poetica Torre di Babele, del tutto dimentichi o inconsapevoli delle loro ambizioni originarie, continuino a scambiarsi messaggi incomprensibili dentro le sale di un edificio fatiscente fino alla fine dei secoli. Effetti e cause. Non so se la prima impressione è davvero quella che conta. Ma di fronte all'incremento che l'attività poetica ha avuto in Italia negli ultimi dieci anni, non si può che restare perplessi. La certezza acquisita che non ci sarà nessuna Morte dell'Arte, e che comunque, se anche dovesse esserci, non sarà accompagnata da vistose cerimonie funebri, alla fin fine non è molto rassicurante. Oltre a non migliorare affatto la situazione, una tale certezza la rende ancora meno chiara e Per fortuna, di cattiva letteratura non si muore e non ci si intossica. È questa però la ragione per cui il più modesto conoscitore di funghi risulta di gran lunga più onesto, intelligente, ricco di esperienza e di buon senso del più eminente critico letterario. Per quanto brutti e falsi, un romanzo o un libro di versi non avranno mai gli effetti venefici di una amanitamuscaria. In fondo, una recensione cortesemente benevola non ha mai portato alla tomba nessun lettore fuorviato. È per questo che una critica inattendibile non viene ritenuta un pericolo pubblico (pur essendolo, senza dubbio: almeno nell'ambito che le è proprio). Seconda ipotesi: Egemonie filosofiche. Per una sorta di astuta ingenuità, o forse per la semplice fisica dei vasi comunicanti, la Nuova Creatività ha preso molto alla lettera alcuni luoghi comuni della Nuova Filosofia. Questi luoghi comuni sono penetrati in tutti i settori del discorso culturale. Non costituiscono, naturalmente, un Sistema. Ne hanno solo preso il posto. Ognuno di noi li conosce. Per rendere l'idea, ne elenchiamo solo alcuni.
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