raccontistranieri di vecchi mobili e mai niente da attendere con ansia. Quando il Vecchio Borden si frugò nelle tasche per tirar fuori i soldi per il viaggio di Lizzie in Europa, l'occhio di Dio sulla piramide sbattè la palpebra alla luce del giorno, ma nessuna stravaganza è mai eccessiva per la figlia più giovane dell'avaro, lei, la carta vincente della casa e che, sembra, può avere tutto ciò che vuole, scialacquare i dollari d'argento del padre se ciò le aggrada. Egli paga puntualmente tutte le fatture delle sue sarte e lei come adora vestire bene! È di un'eleganza sfrenata. Ogni settimana lui le dà una somma pari a quella che guadagna la cuoca e Lizzie dona ai poveri meritevoli ciò che non spende in fronzoli. Egli darebbe alla sua Lizzie qualsiasi cosa, qualsiasi cosa al mondo sotto la verde egida del dollaro. Le piacerebbe avere un animaletto domestico, un micino o un cucciolo, adora gli animali piccoli e gli uccellini, anche, poveri esserini indifesi. Per tutto l'inverno riempie i beccatoi per gli uccellini. Nella stalla in disuso teneva dei bianchi piccioni, quelli. che somigliano a volani e che fanno "cru cru", soffici come una nuvola. Le fotografie che restano di Lizzie Borden mostrano un viso che è difficile da guardare come se non si sapesse niente sul suo conto; eventi futuri proiettano un'ombra sul suo volto, oppure vedi i segni che questi eventi hanno lasciato - qualcosa di terribile, qualcosa di sinistro in questo viso dalla mascella sporgente e quadrata e quegli occhi di pazza come quelli dei santi del New England, occhi di una persona che non ti ascolta ... occhi di fanatica, potresti dire, se non sapessi niente sul suo conto. Se ti mettessi a rovistare in una scatola di vecchie foto in un negozio di rigattiere e ti imbattessi proprio in questo volto sbiadito, color seppia, su uno di quei collaretti strangolacollo del 1890, ti verrebbe da dire guardandola: ''Oh, che occhi grandi che hai!'' come Cappuccetto Rosso disse al lupo, ma forse invece non penseresti nemmeno di prenderla in mano per guardarla più vicino, perché il suo non è, di per sè, un volto che colpisce. Ma non appena quel volto ha un nome, una volta riconosciuto, quando sai chi è e cosa ha fatto, quel volto si trasforma in quello di una invasata, e allora ti ossessiona, la guardi e la riguardi, cela misteri. Questa donna, con la mascella da sorvegliante di campo di concentramento, e certi occhi ... Nella vecchiaia, portava occhiali a molla, e in verità con gli anni la luce di follia le è scomparsa da quegli occhi o è distorta dagli occhiali -se, effettivamente, la sua era una luce da folle, in primo luogo; del resto non nascondiamo anche noi, da qualche parte, fotografie che ci fanno sembrare folli assassini? E poi, in quelle prime fotografie di giovane donna, non appare tanto una folle assassina quanto piuttosto un essere estremamente solo, dimentico di quella macchina fotografica in direzione della quale sorride misteriosamente, così che non ti sorpren96 - Angela Carter
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