raccontistranieri Non vi dico quale effetto il furto ebbe su Borden. Rimase profondamente turbato; era sconvolto. Si sentiva come violentato. Era un uomo cui era stata fatta violenza. La sua incrollabile fede nella integrità delle cose era stata distrutta. Il furto scosse a tal punto la famiglia che infrangendo quel silenzio divenuto abituale nei loro rapporti cominciò a discuterne. Ne addossarono la colpa ai portoghesi, ovviamente, e a volte a quelli del Canada. Se la loro offesa rimase sempre aperta nonostante il passar del tempo, l'intensità mutava a seconda degli umori benché continuassero a puntare il dito del sospetto contro i forestieri e i nuovi arrivati negli orribili casermoni popolari a pochi fetidi isolati di distanza. Non sempre sospettarono solamente di questi forestieri; alle volte arrivarono persino a pensare che il colpevole del misfatto potesse benissimo trovarsi tra quegli operai appena giunti dal lurido Lancashire, al di là dell'oceano, poiché un proprietario di slum ha pochi amici tra le classi pericolose. L'eventualità tuttavia della presenza di un fantasma balena nella mente della signora Borden, anche se non conosce il significato del termine; sa soltanto, comunque, che la figliastra più giovane è un pò strana e sarebbe capace di far volare piatti per farle dispetto, se solo volesse. Il Vecchio invece adora sua figlia. Forse è allora, dopo lo shock del furto, che egli decide di farle cambiare aria, sì, una buona dose di aria di mare, un lungo viaggio, giacché fu dopo il furto che la mandò nel grande viaggio. Dopo il furto, sia la porta d'entrata che quella di servizio venivano sempre chiuse a tre mandate se uno degli abitanti della casa usciva, anche solo per andare in giardino a raccogliere, quando era la stagione, le pere cadute a terra, o se la serva andava a stendere qualche panno o se il Vecchio Borden, dopo cena, andava sotto un albero a pisciare. A quello stesso periodo risale la mania di chiudere a chiave tutte le porte delle camere da letto dall'interno quando ci si trovava dentro, dall'esterno quando si era fuori. Il Vecchio Borden, quando al mattino usciva dalla sua stanza, chiudeva a chiave la porta e metteva la chiave bene in vista sulla scansia in cucina. Il furto aprì gli occhi al Vecchio Borden sulla natura effimera della proprietà privata. Dopo di che intraprese un'orgia di investimenti. Senza perder tempo volle investire in mattoni e calcina tutto ciò che possedeva in sovrappiù, poiché a chi può venire in mente di trafugare un intero edificio? Proprio in questo periodo decaddero i termini di fitto di una serie di appartamenti in una certa strada nella parte bassa della città e Borden se li arraffò tutti. Divenne proprietario dell'edificio. Lo demolì. Progettò il Palazzo Borden, un edificio con negozi e uffici, di mattoni rosso cupo, di pietra scura, e ornamenti di ferro battuto che, per tutti gli anni a venire, gli avrebbe reso una ricca messe di rendita vincolata, e quest'opera monumentale, come quella di Ozimandia, gli sarebbe soAngela Carter - 87
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