Linea d'ombra - anno II - n. 5/6 - estate 1984

raccontistranieri la pazienza, e allora risponde alla padrona, un peccato d'impazienza che dovrà poi confessare al prete. Sopraffatta dal calore e dalla nausea - del resto oggi tutti nella casa si sveglieranno con la nausea - nella tarda mattinata tornerà nel suo piccolo letto. E mentre, di sopra, ruberà un po' di riposo, di sotto le porte dell'inferno si spalancheranno. Un rosario dai grani di vetro marrone, una stampa a colori della Vergine montata su cartoncino, acquistata in un emporio portoghese, una fotografia della madre nel Donegal in atteggiamento solenne ricoperta di escrementi di mosche - so~o sparsi o appoggiati sulla mensola del camino in cui, nonostante i rigidi inverni del Massachusetts, non è mai stato acceso il fuoco. Un baule di latta ammaccato ai piedi del letto custodisce tutto ciò che Bridget possiede a questo mondo. Su una sedia rigida accanto al letto sono appoggiati un candeliere, dei fiammiferi e la sveglia che fa echeggiare la stanza con il suo diadico suono metallico, e per questa cosa la padrona prende spesso in giro Bridget, che sarebbe capace di dormire con qualunque rumore, qualunque, così la ragazza ha bisogno della sveglia oltre alle sirene delle fabbriche che stanno li li per suonare, fra un attimo, un solo attimo ... Un portacatino di legno scheggiato regge una brocca e una bacinella che non usa mai: troppa fatica per lei portare l'aqua fino al terzo piano e poi per cosa, solo per lavarsi? No, finché nell'acquaio della cucina c'è abbastanza acqua! Il Vecchio Borden non vede l'utilità di farsi il bagno. Non crede nell'immersione totale. Perdere l'untuosità della sua pelle equivarrebbe a derubare il suo corpo. Uno specchio quadrato privo di cornice riflette, deformandolo, un portasapone incrinato e impolverato ricolmo di forcine di metallo nero. Sui rettangoli luminosi delle tendine di carta si muovono le ombre sinuose degli alberi di pero. Sebbene Bridget abbia lasciato uno spiraglio aperto nella vana speranza di attirare una corrente d'aria nella stanza, il calore soffocato del giorno appena trascorso si è tutto stipato nella sua soffitta. L'intonaco come forfora si sfalda dal soffitto dove una mosca ronza monotona. La casa è immersa rrell'olezzo fitto del sonno, quell'odore dolciastro, penetrante. Immobile, tutto immobile; nella casa nulla si muove all'infuori del ronzio della mosca. Silenzio sulle scale. Silenzio che preme contro le tende. Silenzio, silenzio di morte anche di sotto, nella camera in cui il Padrone e la Padrona dividono il talamo nuziale. Con le tende aperte o la lampada accesa si coglierebbero meglio le differenze tra questa e la stanza severa della serva. Un tappeto chiazzato di fiori vivaci, anche se di quelli di poco prezzo e del genere vistoso; ci sono fiori color malva, ocra e rosso ciliegia.sulla carta da parati che già aveva i suoi anni quando i Borden vennero ad abitare nella casa. Una toletta con un altro specchio deformante; non c'è un solo spec84 - Angela Carter

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