bottega ché minima concessione, all'indole del tema, gli diano forma visiva ed auditiva nel modo più penetrante ed originale, lo rendano unico, indimenticabile, lo fissino per sempre nel suo tempo e nel suo ambiente e nel suo senso più primordiale. Ciò che io chiamo intensità in un racconto consiste nell'eliminazione di tutte le idee e di tutte le situazioni intermedie, di tutte le imbottiture o le fasi di transizione che invece il romanzo permette e addirittura esige. Nessuno di voi avrà dimenticato il Il barile di amontillado di Edgar Poe. La cosa straordinaria in questo racconto è l'eliminazione brusca di qualsiasi descrizione di ambiente. Alla terza o quarta frase già ci troviamo nel cuore del dramma, assistendo all'esecuzione implacabile di una vendetta. Gli assassini di Hemingway, offre un altro esempio di intensità ottenuta attraverso l'eliminazione di tutto quello che non converge essenzialmente verso il dramma. Ma pensiamo ora ai racconti di Joseph Conrad, di D.H. Lawrence, di Kafka. Lì, con modalità tipiche di ciascuno di loro, l'intensità è di altro ordine, ed io preferisco dargli il nome di tensione. Si tratta di un'intensità che si esercita nel modo in cui l'autore ci va avvicinando lentamente a ciò che racconta. Siamo ancora ben lontani dal sapere cosa succederà nel racconto, e tuttavia non possiamo sottrarci alla sua atmosfera. Nel caso de Il barile di amontillado e de Gli assassini, i fatti spogliati di qualsiasi preparazione, saltano su di noi e ci catturano; invece, in un racconto lento e cadenzato di Henry James - La lezione del maestro, per esempio - si avverte immediatamente che i fatti in sé non hanno nessuna importanza, che tutto sta nelle forze che li hanno scatenati, nella trama sottile che li ha preceduti e li accompagna. Ma sia l'intensità dell'azione che la tensione interna del racconto sono il prodotto di quello che prima ho chiamato mestiere, ed ecco che ci avviciniamo al finale di questa passeggiata attraverso il racconto. Nel mio paese, ed ora a Cuba, ho potuto leggere racconti degli autori più diversi: maturi o giovani, di città o di campagna, dediti alla letteratura per ragioni estetiche o per imperativi sociali del momento, impegnati e non. Ebbene, anche se può sembrare una sciocchezza, sia in Argentina che qui i buoni racconti li stanno scrivendo coloro che dominano il mestiere nel senso che ho già detto. Un esempio argentino mi aiuterà a spiegarmi meglio. Nelle nostre province del centro e del nord esiste una lunga tradizione di racconti orali, che i "gauchos" si tramandano di notte intorno al fuoco, che i padri continuano a raccontare ai figli, e che improvvisamente passano alla penna di uno scrittore regionalista e, purtroppo, nella maggioranza dei casi si trasformano in pessimi racconti. Che è successo? I racconti in sé sono piacevoli, traducono e riassumono l'esperienza, il senso dell'umorismo e il fatalismo dell'uomo di campagna; alcuni riescono perfino ad elevarsi ad una dimensione tragica o poetica. Quando li ascoltiamo dalla bocca di un vecchio creolo, fra un 66 - Julio Cortazar
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