bottega lei quegli episodi erano semplicemente degli aneddoti curiosi; per me, all'improvviso, si caricavano di un senso che andava molto oltre il loro semplice e volgare contenuto. Per questo, ogni volta che mi hanno chiesto: "Come si fa a distinguere fra un tema insignificante - per quanto divertente o emozionante possa essere - ed un altro significativo?", ho risposto che lo scrittore è il primo ad essere vittima di quell'effetto indefinibile ma trascinante che provocano certi temi, e che proprio per questo è uno scrittore. Così come per Marcel Proust il sapore di una madelein inzuppata nel tè apriva improvvisamente un immenso ventaglio di ricordi apparentemente dimenticati, in modo analogo lo scrittore reagisce di fronte a certi temi allo stesso modo in cui il suo racconto, più tardi, farà reagire il lettore. Ogni racconto è dunque predeterminato dall'aura, dal fascino irresistibile che il tema crea nel suo creatore. Ed eccoci arrivati alla fine di questa prima tappa della nascita del racconto ed alla soglia della creazione propriamente detta. L'autore ha scelto il suo tema avvalendosi di quelle sottili antenne che gli permettono di riconoscere gli elementi che poi dovranno trasformarsi in un'opera d'arte. L'autore è di fronte al suo tema, di fronte a quest'embrione che è già vita, ma che non ha ancora raggiunto la sua forma definitiva. Per lui quel tema ha un senso, ha un significato. Ma se tutto si riducesse a questo, servirebbe a poco; ora, come ultima fase del processo, come un giudice implacabile, c'è il lettore che aspetta, l'anello finale del processo creativo, il compimento o il fallimento del ciclo. È a questo punto che il racconto deve nascere ponte, deve nascere passaggio, deve fare il salto capace di proiettare la significazione iniziale, scoperta dall'autore, verso quell'estremo più passivo e meno vigile e a volte perfino indifferente, che chiamiamo lettore. Gli scrittori inesperti sono soliti cadere nell'illusione di immaginare che sarà loro sufficiente scrivere semplicemente un racconto che li ha commossi, per commuovere a loro volta il lettore. Commettono la stessa ingenuità di colui che trova bellissimo suo figlio, e trova naturale che anche gli altri lo trovino bello. Con il tempo, con gli insuccessi, lo scrittore capace di superare questa prima tappa ingenua, impara che in letteratura non bastano le buone intenzioni. Scopre che per poter ricreare nel lettore la commozione che lo ha indotto a scrivere quel racconto, è necessario possedere il mestiere, e che questo mestiere consiste, fra molte altre cose, nell'ottenere quel clima tipico di ogni grande racconto, che obbliga a continuare a leggere, che imprigiona l'attenzione, che isola il lettore da tutto quanto lo circonda per poi, una volta terminato il racconto, restituirlo a ciò che lo circonda in modo nuovo, arricchito, più profondo o più bello. E l'unico modo in cui è possibile operare questo sequestro momentaneo del lettore è attraverso uno stile basato sull'intensità e sulla tensione, uno stile in cui gli elementi formali ed espressivi si adattino, senza la benJulio Cortazar - 65
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