Linea d'ombra - anno II - n. 5/6 - estate 1984

bottega tro che inchiostro sulla carta, alimento per l'oblio. Guardiamo le cose dal punto di vista dell'autore di racconti e, in questo caso, obbligatoriamente, dalla mia versione dei fatti. Un autore di racconti è un uomo che improvvisamente, circondato dall'immensa confusione del mondo, impegnato in misura maggiore o minore con la realtà storica che lo contiene, sceglie un determinato tema e ne fa un racconto. Il fatto di scegliereun tema non è una cosa tanto semplice. A volte l'autore sceglie, altre volte sente come se il tema gli si imponesse irresistibilmente, come se lo spingesse a scriverlo. Nel mio caso, la gran parte dei miei racconti sono stati scritti - come dire - al margine della mia volontà, al di sopra o al di sotto della mia coscienza razionale, come se io non fossi altro che un medium attraverso il quale passasse e si manifestasse una forza estranea. Ma questo, che può dipendere dal temperamento di ciascuno, non altera il fatto essenziale e cioè che in un momento dato c'è un tema, inventato o scelto volontariamente, o stranamente imposto da un piano dove nulla è definibile. C'è un tema, ripeto, e questo tema si trasformerà in racconto. Prima che ciò accada, che possiamo dire del tema in sé? Perché quel tema e non un altro? Quali ragioni muovono, coscientemente o incoscientemente l'autore a scegliere un determinato tema? A me sembra che il tema da cui verrà fuori un buon racconto è sempre eccezionale, ma con questo non voglio dire che un tema deve essere straordinario, fuori dal comune, misterioso o insolito. Al contrario, può trattarsi di un aneddoto assolutamente volgare e quotidiano. L'eccezionalità consiste in una qualità simile alla calamita; un buon tema attrae tutto un sistema di relazioni connesse, coagula nell'autore, e poi nel lettore, un'immensa quantità di nozioni, intuizioni, sentimenti e perfino idee che fluttuavano virtualmente nella sua memoria o nella sua sensibilità; un buon tema è come un sole, un astro intorno al quale gira un sistema planetario del quale molte volte non si è avuta coscienza fino a quando l'autore, astronomo delle parole, ce ne ha rivelato l'esistenza. O meglio, per essere più modesti ed insieme più attuali, un buon racconto ha qualcosa del sistema atomico, del nucleo intorno al quale girano gli elettroni; e tutto ciò, in conclusione, non è come una proposta di vita, una dinamica che ci spinge ad uscire da noi stessi e ad entrare in un sistema di relazioni più complesso e più bello? Mi sono chiesto molte volte quale fosse la virtù di certi racconti indimenticabili. Sul momento li leggiamo insieme a tanti altri, che possono essere anche dello stesso autore. Ma ecco che gli anni sono passati, e abbiamo vissuto e dimenticato tanto; ma questi piccoli, insignificanti racconti, questi granelli di sabbia nell'immenso mare della letteratura, continuano a far sentire il loro battito dentro di noi. Non è vero che ognuno ha la sua piccola collezione di racconti? lo ho la mia e potrei darvi alcuni nomi. Ho WilliamWilson, di Edgar Poe, ho Palladi sego, di Guy de Maupassant. I piccoli pianeti girano e girano: ecco Un ricorJulio Cortazar - 63

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