bottega sta chiedersi perché un determinato racconto è cattivo. Non è cattivo per il tema, perché in letteratura non ci sono temi buoni o cattivi, esiste solo un cattivo o un buon trattamento del tema. Non è cattivo nemmeno perché i personaggi non presentano motivo d'interesse, giacché anche una pietra è interessante se se ne occupa un Henry James o un Franz Kafka. Un racconto è cattivo quando viene scritto senza questa tensione che deve essere manifesta fin dalle prime parole o dalle prime scene. E così possiamo andare avanti dato che le nozioni di significazione, di intensità e di tensione ci permetteranno, come vedremo, di avvicinarci meglio alla struttura stessa del racconto. Dicevamo che l'autore di racconti lavora con un materiale che abbiamo qualificato come significativo. L'elemento significativo del racconto sembrerebbe risiedere principalmente nel suo tema, nel fatto di aver scelto un avvenimento reale o fittizio che possegga quella misteriosa proprietà di irradiare un qualcosa al di là di se stesso, fino al punto che un volgare episodio domestico, come avviene in tanti ammirevoli racconti di una Katherine Mansfield o di uno Sherwood Anderson, si trasformi nel riassunto implacabile di una certa condizione umana, o nel simbolo bruciante di un ordine sociale o storico. Un racconto è significativo quando spezza le proprie frontiere con un'esplosione di energia spirituale che illumina bruscamente qualcosa che va molto oltre il piccolo e a volte miserabile aneddoto che racconta. Penso, per esempio, al tema della maggior parte degli ammirevoli racconti di Anton Cechov. Lì non vi è nulla che non sia tristemente quotidiano, mediocre, spesso conformista o inutilmente ribelle. Quanto viene raccontato in queste narrazioni è più o meno quello che da bambini, nelle noiose riunioni che dovevamo dividere con gli adulti, ascoltavamo dai nonni o dalle zie: la piccola, insignificante cronaca familiare di ambizioni frustrate, di modesti drammi locali, di angosce a misura di salotto, di pianoforte, di tè con pasticcini. E tuttavia, i racconti di Katherine Mansfield, di Cechov, sono significativi, vi esplode qualcosa mentre li leggiamo e ci propone una sorta di rottura con la quotidianeità che va molto oltre l'aneddoto riportato. Voi avete già capito che questo significazione misteriosa non risiede solamente nel tema del racconto, perché per la verità la maggior parte dei brutti racconti che tutti abbiamo letto contengono episodi simili a quelli trattati dagli autori citati prima. L'idea di significazione non ha senso se non la mettiamo in relazione con quelle di intensità e di tensione, che ormai non si riferiscono solo al tema ma al trattamento letterario di quel tema, alla tecnica usata per svolgere quel tema. Ed è qui che, bruscamente, si produce la frattura fra il buono e il cattivo autore di racconti. Perciò dovremmo soffermarci con tutta l'attenzione possibile a questo crocevia, per cercare di capire un po' meglio questa strana forma di vita che è un racconto ben riuscito, e capire perché è vivo mentre altri, che apparentemente lo sembrano, non sono al62 - Julio Cortazar
RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==