Linea d'ombra - anno II - n. 5/6 - estate 1984

bottega Julio Cortazar Alcuniaspettidel racconto Mi trovo oggi qui davanti a voi in una situazione piuttosto paradossale. Un narratore argentino si prepara a scambiare idee sul racconto senza che gli ascoltatori e gli interlocutori, salvo alcune eccezioni, conoscano nulla della sua opera. L'isolamento culturale che continua a pesare sui nostri paesi, unito all'ingiusto blocco a cui attualmente è sottoposta Cuba, hanno fatto sì che i miei libri, che sono ormai varii, siano arrivati solo in casi eccezionali in mano di lettori, così ben disposti e così entusiasti come voi. Il brutto non sta nel fatto che voi non abbiate avuto modo di giudicare i miei scritti, quanto che io mi senta un po' come un fantasma che viene a parlarvi senza quel minimo di tranquillità che deriva dal sapersi preceduto dal lavoro compiuto in tanti anni. E il fatto che io mi senta come un fantasma deve essere già evidente in me, perché qualche giorno fa una signora argentina, all'Hotel Riviera, mi ha assicurato che io non ero Julio Cortazar, aggiungendo, con mia grande sorpresa, che l'autentico Julio Cortazar è un signore dai capelli bianchi, vecchio amico di un suo parente, e che non si era mai mosso da Buenos Aires. Poiché io vivo da dodici anni a Parigi, capirete che la mia qualità spettrale si è intensificata notevolmente dopo una simile rivelazione. Se all'improvviso scompaio nel bel mezzo di una frase, non ne sarò troppo sorpreso; e magari sarà un bene per tutti. Si dice che il desiderio più ardente di un fantasma sia di ricuperare almeno un minimo di corporeità, qualcosa di tangibile che lo restituisca per un momento alla sua vita di carne ed ossa. Per ottenere un poco di tangibilità davanti a voi, cercherò di spiegare in poche parole qual è la direzione e il senso dei miei racconti. Non lo faccio per mero piacere informativo, perché nessuna rassegna teorica può sostituire l'opera in sè; le mie ragioni sono più importanti. Poiché mi occuperò di alcuni aspetti del racconto come genere letterario, ed è possibile che alcune mie idee sorprendano o meraviglino coloro che le ascoltano, mi sembra di un'elementare onestà definire il tipo di narrazione che mi interessa, spiegando il mio particolare modo di intendere il mondo. Quasi tutti i racconti che ho scritto appartengono al genere così detto fantastico, in mancanza di una definizione migliore, e si oppongono a quel 58 - Ju/io Cortazar

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