bottega numero di letture interne, di richiami e annunci tematici. Lei si è imposto quest'ordine insieme rigido e aperto che si individua nella lettura? Si è spesso detto che il romanzo era costruito con troppa razionalità, che tutto vi è premeditato. Ma io non l'ho scritto così. Le costruzioni che vi si trovano non sono premeditate. Erano in me, e si sono sviluppate via via. Tutto era invenzione, non c'era un piano arbitrariamente prefissato. Si comprende meglio la struttura del libro se si sa del travaglio che l'ha preceduto. Avevo pensato dapprima a un libro che si chiamasse Commedia umana dellafollia. Feci il progetto abbastanza insensato di scrivere otto grandi romanzi, e passai un anno intero, un anno molto esaltante, a mettere giù delle idee e delineare dei personaggi. Ognuno di questi romanzi doveva svilupparsi attorno a un carattere centrale molto forte, al limite della follia. Uno dei personaggi era un nemico della morte, che rifiutava di ammettere. Questo è un tema ricorrente nel mio lavoro, che ho ripreso anche in una delle mie commedie. Un altro romanzo ruotava attorno al fanatismo religioso. E c'era anche un inventore demente che costruiva macchine complicatissime. Infine, avevo abbozzato la figura di un austero filosofo, e ho finito per interessarmi a lui al punto che ho rinunciato alla preparazione, degli altri romanzi. Mentre scrivevo Autodafé sentivo che tutta la forza e la complessità degli altri romanzi progettati veniva a concentrarsi in esso. Tutta la sostanza, tutta la follìa maniacale dei sette libri abbandonati veniva a nutrire questo romanzo, che poco a poco, nel corso di un anno di lavoro, finii per comporre. Non ha mai ripreso gli altri romanzi, che erano solo abbozzati? Ne ho terminato uno, la storia grottesca di un prodigo. Volevo mostrare la natura dei prezzi attraverso un personaggio che li rifiutava e voleva comprare tutto più caro. Non è mai stato scritto un romanzo sui prezzi. Ma non sono soddisfatto di questa prima versione del libro e penso un giorno di riscriverla. Può precisare il legame tra Autodafé e l'ambizioso progetto della Commedia umana della follia? Le risponderò citando un fatto curioso. Un critico inglese, Raymond Williams, ha detto che questo romanzo mostrava per la prima volta il mondo come preda di un'allucinazione. Fischerle e gli scacchi, Kien e i libri, tutti i personaggi hanno una loro particolare allucinazione. Il romanzo è come un intarsio di fantasmi definiti, tutti separati gli uni dagli altri, ma che tuttavia sono tra loro strettamente incastrati. Il tutto dà l'idea della monomania del nostro mondo. E Williams non sapeva nulla del progetto iniziale. Elias Canetti - 51
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