Linea d'ombra - anno II - n. 5/6 - estate 1984

bottega scioha messo in luce una volta per tutte, tutto questo era molto discutibile. Come può vedere, ho in comune col surrealismo molte cose che non sono nate allo stesso momento, ma ci sono anche molte cose che divergono. Accanto ai modelli letteraricondivisicol surrealismo,ne ha avuti altri,per esempionel campo dell'arte? Sì, ovviamente! L'influenza più decisiva è stata quella di Breughel. Lei non ignora che la maggior parte delle sue opere si trovano a Vienna, e dunque ho avuto spesso modo di vederli. Breughel è in una certa misura un pittore realista, ma essendo un successore di Bosch c'è anche in lui una gran parte di ciò che potremmo qualificare come surrealista, se vogliamo ricorrere a questo termine. Un quadro che per me fu essenzialefu Il trionfodellamorte, di cui si trova una copia alla Galleria Liechtenstein, potrebbe quasi essere di Bosch, e il fatto di conoscere questo quadro, di vederlo così spesso, è stato uno dei fattori decisivi della mia esistenza. Grilnewald ha avuto un ruolo simile, e penso alla Tentazionedi Sant'Antonio. In Grtinewald, nella pala di Isenheim, c'è un insieme di personaggi che i surrealisti potrebbero far loro. Questo non è naturalmente valido per la pittura surrealista moderna, che non mi ha affatto influenzato. L'ho scoperta solo più tardi, e non posso dire che in essa tutto mi attragga. Certe cose m'interessano, altre no. Lei si annoveratragli scrittoriaustriaci? Sul piano della lingua dovrei includermi tra gli autori viennesi: Nestroy e Kraus. Ma ci sono poi gli autori della letteratura europea: Swift, Aristofane, Cervantes, Stendhal, Gogol, Lichtenberg, Biichner, Kafka, per non citare che quelli che hanno avuto su di me un'influenza determinante. Ma è ancora un arco troppo ristretto. Dall'età di 17 anni, ho subito l'influenza del Gilgamesh sumero. Per quanto riguarda i filosofi, quelli che ho letto più spesso sono i maestri cinesi, soprattutto Chuang Tzu, da più di 50 anni. E mi accorgo ora di aver dimenticato il più importante: i miti dei popoli in via di sparizione. Li rileggo continuamente, sono loro che mi fanno rivivere giorno dopo giorno che cos'è la metamorfosi, li studio, li pratico, vivo sul loro esempio. Il poeta è il guardiano delle metamorfosi e colui che non le conserva vive dentro di sè muore prima del suo tempo. Leggendo Auto da f é si ha l'impressionedi non apprenderemolto sulsuo autore.Lei è stranamente"assente" dal romanzo... Non c'è quasi nulla di autobiografico nel romanzo. Il solo particolare che viene direttamente da me è la passione per i libri che io attriElias Canetti - 49

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