Linea d'ombra - anno II - n. 5/6 - estate 1984

bottega È esattamente quanto ha fatto Stendhal, in una maniera molto particolare. Nei suoi libri si ritrova infatti tutto ciò che lo circondava, forse più che in tanti altri autori, i suoi romanzi sono pieni di personaggi che hanno fatto parte della sua vita e che sono facilmente riconoscibili. E ci sono i suoi libri autobiografici. Tutto ciò che costituiva in altri tempi la sua vita, tutti gli esseri che ne hanno fatto parte, anche quelli che ha odiato come suo padre, sono ancora oggi presenti. Ha fatto il contrario di quanto hanno fatto i potenti, una specie dei sopravvissuti; è per questo che lo amo e lo rispetto. Nelle sue Riflessioni lei dedica a Joseph de Maistre un'importanza particolare, che oggi non ha più in Francia, almeno apparentemente, al contrario di Rousseau. Lo considera, come Nietzsche o Hobbes, tra i suoi nemici. Che valore ha per lei de Maistre in particolare, e che valore attribuisce ai suoi nemici? Potrei forse rispondere citando quanto ho scritto a proposito delle guerre divine di cui parla de Maistre, perché è lì che parlo di de Maistre con più precisione. Annotavo: Disgusto delle guerre divine. - Le guerre divine di de Maistre. L'autore è utile per il disgusto che provoca: ciò che si era voluto e creduto sufficientemente a lungo da renderlo insipido, torna a essere importante grazie alla convinzione con la quale egli sostiene il contrario." E più avanti: "Il suo punto di partenza è la cattiveria umana, di cui è irremovibilmente convinto. Ma riconosce tutti i diritti al potere incaricato di sottometterla, e il boia, per lui, diventa una sorta di prete. Tutti i pensatori che adottano questo punto di partenza possiedono un'immensa forza di persuasione. Hanno l'accento dell'esperienza, del coraggio e della verità. Fanno fronte alla realtà e non temono di chiamarla col suo nome. È solo più tardi che ci si accorge che non si trattava della realtà intera, e che sarebbe ancora più coraggioso vedere in essa, senza per questo falsificarla o abbellirla, il germe di un'altra realtà che potrebbe nascere in circostanze modificate. Ma questa è una cosa che si confessa solo colui che penetra più profondamente la cattiveria, che la porta in se stesso, ve la cerca e ve la trova: il poeta." Queste affermazioni dimostrano chiaramente, credo, che se de Maistre è per me importante non lo è solo perché provoca in me un'opposizione ma anche perché mi spinge a una sorta di odio. Ecco, è per questo che per me i pensatori più grandi sono i nemici: non coloro che confermano le idee alle quali in ogni modo io credo e alle quali nel corso del tempo non credo più che tiepidamente, ma coloro che non solo hanno idee opposte alle mie ma che le sostengono come se le avessero acquisite quali certezze inconfutabili. È quanto ritrovo in Nietzsche e in Hobbes, naturalmente, e non soltanto nel Leviatano, e che trovo egualmente in de Maistre. Perché degli autori abbiaElias Canetti - 47

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