. poesia Oh sogni, sogni! Ma Omero non avrebbe cantato Se non scopriva che ben oltre il sogno Da una gioia di sé della vita era nato Il fiotto scintillante; benché sembri Ora che una preziosa e vuota conchiglia lanciata Dal fitto buio delle ricche correnti E non fonte fu il simbolo ove iscritto Sta 'il retaggio di gloria del ricco. Qualche violento e malvagio, qualche potente Chiamò architetto e artista - gli ordinò, Lui malvagio e violento, di fargli nella pietra La dolcezza che ognuno notte e giorno anelava, La nobiltà di cui nessuno s'era accorto; Ma i topi ballano se il padrone è morto, E forse di quella casa il pronipote Fra tanti bronzi e marmi non è che un topo. E, dunque, se i giardini dove ambula il pavone Con delicate zampe su antiche terrazze, O tutto il resto che da un'urna Giunone Alle distratte deità del giardino esibisce; Se prati rasi e vialetti di ghiaia Dove si bea la Contemplazione in ciabatte E la Puerizia tutti i suoi sensi compensa, Fossero insieme grandezza e nostra violenza? E se la gloria di portoni blasonati, E palazzi ideati da un'epoca più altera, Il va e vieni su pavimenti levigati Per gallerie e saloni tra la schiera Di ritratti famosi dei nostri antenati; Se le cose che tutte da esaltare e benedire Considerano i grandi di questa umanità, Fossero insieme grandezza e nostra malvagità? da Meditazioni in tempo di guerra. civile William Butler Yeats (Dublino 1865 - Roquebrune, Francia 1939), poeta, commediografo e saggista, tra i più insigni del nostro secolo, ebbe nel 1922 il Nobel per la letteratura. Numerosissime le traduzioni italiane delle sue opere, le più recenti in edizioni Einaudi e Adelphi. Una raccolta di sue poesie è stata pubblicata negli Oscar, una ne sta preparando Giovanni Giudici per la BUR. 42 - W.B. Yeats
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