Linea d'ombra - anno II - n. 5/6 - estate 1984

Perché dovrei rinnovare il suo infame dolore? Ebbe la sua parte, pensò di costruire il cavallo di legno grande come una casa e pose fine alla guerra dei dieci anni. "Con la forza della frode", dice, "feci quel che né Diomede, né Achille figlio di Teti, né i greci con le loro mille navi. .. distrussi Troia''. II Cos'è più maritale che svegliarsi alle cinque con il sole, libero per tre ore? Vede il consueto fiume bruno-bluastro sospeso sotto il giovane avambraccio di lei intersecarsi. Sorge il sole rosso falò, strepita debolmente sui rami più bassi - come una locusta mangia l'albero, poi lo lascia intero. Forse dopo dieci minuti, quando si risveglia di nuovo, il sole è bianco come quasi sempre, monotono trasforma la notte in giorno ma lui non si trasforma, in guerra o in pace. Le persiane proiettano sbarre di luce, sbarre d'ombra, ma predomina l'ombra sulla sincerità del letto sibaritico di lei. Stesa vicino a lui, è un ceppo sonnolento, delizioso, che dice "Mi stanno dicendo cose così belle - ma non posso rispondere, dormo da tanto tempo." III Oh che il mattino venisse senza il giorno - a letto, sveglio, teme la servitù, la cortesia delle loro voci selvagge, assidue. È incontrollabile... l'esotico palazzo di lei tessuto in cerchi che nessun greco sobrio può navigare. Lui ha paura che gli animali unti, uggiolanti, intenti a sotterrare carne masticata sotto la sua finestra poesia Robert Lowe/1 - 31

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