Linea d'ombra - anno II - n. 5/6 - estate 1984

stro contesto, alle nostre tensioni e ai nostri interessi primari, e cioè al senso che diamo, che vogliamo dare, che vorremmo dare alla nostra vita. Insomma, caro direttore, dovreste tirarvi le maniche un po' più su, guardare allo stesso tempo un po' più lontano e un po' più vicino, scendere più in campo, entrare nel vivo delle battaglie vere fottendovene di quelle fasulle, distinguervi al massimo dai merlettai, dagli gnostici, dai degustatori del vuoto, dai professori e dagli inculatori di mosche, giocarvi un po' di più la vostra credibilità, essere meno avari e meno accidiosi, meno narcisisti e, se necessario, più individualisti. Credere di più in quello che state facendo. Amen. Questo assolutamente non implica la perdita della modestia (quella della verginità sì). Certo l'epoca non è rosea. Mai come oggi si tocca tanto con mano la mediocrità e superficialità della nostra intelHghenzia, la sua adesione subalterna e ottusa al potere; mai tanto come oggi ci ferisce l'insensibilità dei nostri simili, l'abdiscussione bassamento intellettuale e umano dei nostri connazionali, la corruzione dei media. E l'assenza di prospettive, di speranze, di chiarezze, di progetto. Non vi propongo certo manifesti e proclami, fondazioni di gruppi (o di partiti), ma di buttarvi un po' di più nella mischia. Qualche sì possiamo pur pronunciarlo senza vergogna; e molti no, più spesso dei forse. Ma pronunciateli, dunque, e cercate di motivare apertamente, con tutte le cautele che questo può a volte richiedere, le ragioni dei vostri amori e delle vostre ripulse, che non sono mai solo letterarie. Di tutto questo hanno bisogno i vostri lettori, anche se a volte possono non saperlo o non voler saperlo, e ne avete bisogno voi stessi, ne ha bisogno chi legge come chi scrive. Esplicitate dubbi e incertezze, ma anche le poche certezze che ci restano. Ogni occasione è buona, e sia benvenuto ogni confronto tra persone intelligenti che non accettano di vivere supinamente nel limbo. Buttatevi e sprecatevi di più, ve ne saremo e ve ne sarete grati. SaverioEsposito - 223

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