discussione Gianfranco Bettin Lunaspaesata sul lagomorente Il romanzo di Francesca Duranti Fra le diverse qualità che il romanzo di Francesca Duranti (La casa sul lago della luna, Rizzoli, pagg. 188) rivela fin dalle prime battute, una appare specialmente rara nel quadro della narrativa italiana d'oggi. Si tratta della sintonia - discreta, non ostentata ma limpidissima - con il tempo in cui viviamo. Una "contemporaneità" che risulta genuina e naturale, lontana dalle improbabili parabole o dalle involontarie parodie sui nostri anni tipiche di certi autori più o meno di successo. Si avverte subito, in quei casi, il "fiuto", l'operazione commerciale, il cialtronesco inseguimento dei temi attuali. È stato così ad esempio per alcuni romanzi sul terrorismo, e anche di peggio è avvenuto con la droga e la condizione giovanile. Con alcune notevoli eccezioni, la narrativa italiana sembra aver smarrito qualsiasi "feeling" con lo spazio-tempo in cui si trova. O meglio, sembra spesso coglierne e condividerne soltanto lo spirito più infido: la corruzione, il cinismo, la sfrenata competizione per il successo. Vi sono autori che - chiaramente - si trovano benissimo nel mondo come esso è, eppure pretendono di narrare i drammi, le contraddizioni, i problemi, fingendosene partecipi e azionando la chiave tragica o patetica. Aggrappati a una dominante tradizione italiana - più incline alla commozione che all'indignazione, alla lacri212 - GianfrancoBettin ma più che alla pietà - sguazzano nei fatti di cronaca, rimestano nelle mode di stagione, sbirciano nei sentimenti e nelle mentalità e infine approntano, in bella superficialità, le duecento cartelline biennali. La grancassa dell'industria culturale, i passaggi televisivi, il gioco reciproco delle citazioni, fanno il resto. L'opera viene "promossa", viene fatta esistere nell'attualità e sembra davvero qualcosa che appartiene creativamente al nostro tempo. In realtà non è così; è solo una finzione, un gioco di specchi che, di riflesso in riflesso, proietta sulla realtà nient'altro che l'ambizioso conformismo di questi autori. A volte verrebbe da consigliare loro di abbandonarsi ai propri veritieri istinti, alle proprie smanie di affermazione, facendosi interpreti e cantori del mondo attuale. Forse, attraverso l'apologia, sarebbero più credibili e fatte salve le distanze se ne potrebbe ammirare l'oggettivo cinismo, la coerenza politica e culturale. Purtroppo in questo esercizio sembrano riuscire bene quasi solo gli americani. Non per caso, certo: esiste un'eredità nella cultura recente degli Stati Uniti che proviene in particolare dalla sociologia e che motiva una speciale attenzione alla ricerca, allo sguardo disincantato capace di percepire la realtà e i suoi mutamenti. La letteratura e il mondo interiore di scrittori e intellettuali si sono nutriti di
RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==