scrive i piccoli gesti, la "quotidianità dell'assurdo" - e, magistralmente, la natura in L'insegnamentodellaSainte-Victoire rifacendosi esplicitamente alla "potenza descrittiva" del grande realista dell'800 Adalbert Stifter. È la natura che, come già in Stifter, appare depositaria di quella volontà divina che guida uomini e cose, di quelJa"dolce legge" che è l'utopia nascosta dell'ultimo Stifter. La contradditorietà della vita umana e naturale tende ad uno stato di pace. li mondo è diventato trasparente, lo stilesemplice e chiaro, proprio come sarà lo stile di Attraverso i villaggi (a cui però Handke prepone il pomposo sottotitolo di poesia drammatica). Così, all'automatismo surrealista delle prime opere teatrali, Handke oppone ora una sintassi classica: ampio è l'uso del recitativo, come in un dramma greco. L'autore sembra perfino essersi ricordato che gli antichi avevano inventato il deus ex machina: '' La pace eterna è possibile" annuncia Nova, e Handke è convinto che questa omelia -inattingibilesenza una buona dose di fede cristallina - possa davvero, ricorrendo a mezzi teatrali, trasformare l'odio in amore. L'arte (aristotelicamente, quindi) dovrebbepurificare dal panico, per Handke, che fa notare come anche HofmannsthaJ, Kafka e Musi! (con i quali ora egli afferma, provocatoriamente, di sentirsi alla pari) abbiano sempre, incrollabilmente, coltivato l'idea di una verità capace di sanare tutte le contraddizioni, una verità che Handke vuole perseguire con l'astrazione meditativa e la contemplazione (ma "attiva", come tiene lui stesso a precisare). Un discussione Handke contemplatore, quindi, che però, in contrasto con le pratiche taoiste a cui implicitamente allude, propugna l'azione, l'intervento nella dimensione del reale. Da "uomo senza qualità", nel senso dell'Ulrich di Musi! - con molte qualità cui però non corrispondeva alcuna capacità d'agire - Handke sembra diventato "uomo con qualità". Eppure ... nella sua prefazione ai "pezzi vocali", Handke precisava di aver voluto scrivere delle "opere di preambolo ai grandi drammi" e, coerentemente, ora i è deciso a scriverne uno. Attraverso i villaggi è una prova generale sul futuro prossimo, un testo che (anche se non proprio critico nei confronti della situazione attuale, ma piuttosto animato dall'intento di rendere irriconoscibile il confine tra il possibile e l'impossibile) vuole dimostrare, come scrisse Karl Kraus, che "la vera metafisica consiste nel pensiero che un giorno ci sarà pace". 1) P. Handke, Rii/ iiber den Boden ee (Cavalcata sul lago di Co lanza), Suhrkamp, 1972, p.51 2) P. Handke, la donna mancina, (jarzanti, 1979, p. 121 3) P. Handke, l'ora del vero sentire, Garzanti, 1980, p. 58 4) Op.cit., p. 83 5) P. Handke, Geschichle des Bleistijis (Storia della matita), Suhrkamp, 1982, p. 38 6) P. Handke, Die Gebor,enheil unter der Schtideldecke (La sicurezza otlo la volta cranica), in: Als das Wiinschen noch geholfen hai (Quando il desiderio era ancora d'aiuto), Suhrkamp, 1974, p. 77 7) Op.cit., p. 78 8) P. Handke, Geschichte des Bleistijis, cit., p. 43 Maria Maderna (Milano 1955), insegnante, si occupa di teatro e letteratura tedesca. Ha tradotto per La Tartaruga // pesce degli abissi di Marieluise Fleisser, di prossima pubblicazione. MariaMaderna - 211
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