ad Handke che il linguaggio, dopotutto, è comunicazione. Eppure Handke sembra consapevoledel fatto che l'interpretazione linguisticaè troppo riduttiva o si rivela addirittura inutile: nei Calabroni aveva rotto glischemi linguistici per mostrare ciò che essiormai nascondevano: la "vera paura, ilvero dolore'', così che essi tornassero ad esserecoscienti e per rivelare l'orrore, per Handke unico fondamento della realtà umana, che aveva dato vita alle forme epiche (l'episodio che dà il titolo al libro ha un tono arcaico e le stesse ascendenze quasi bibliche di Attraverso i villaggi). Il linguaggioper l'autore (come ebbe a dire già in Jchbin einBewohner desE/fenbeinturms, Sono un abitante della torre d'avorio, 1972)è sì "spazio mistico" - un termine diventato ormai tipico dell'ultimo Handke - ma ci fa conoscere sempre e soltanto ciò che "non è ancora possibile dire". Quindi non tutto è riconducibile a formulelinguistiche; e infatti capiamo con Bloch, il protagonista di Prima del calcio di rigore (1971) che, forse, l'angoscia e la disumanità possono essere superate se messea confronto con la realtà in cui si vive(tanto che i dialoghi, alla fine del libro, non sono più ridotti a pure comunicazioni di ordine enigmistico). Sperare in una nuova forma di vita diventa il tema preferito di Handke nella Breveletteradel lungoaddio (1973), L'ora del verosentire (1980) e La donna mancina (1979); solo nell'epitaffio per sua madre, Infelicitàsenza desideri (1972) (in cui l'autore insegue variazioni emotive minimali, toccando le corde più intime della sensibilità con notazioni familiari di intonazione esatta e dolorosa), Handke racconta la storia di dolore della povera gente, che non ha occasione di esperire una crisi della libertà, la perdita e la riconquista di una forma di vita, come accade inveceai protagonisti delle altre opere. Già nella Breve lettera... colpisce, pur in sordina, l'attrazione di Handke per il rispetto che i 'classici nutrono per il reale, per il "destino" e per il "tempo onnipotente''; già in questo testo è visibile discussione un'aspirazione alla risoluzione di tutti i conflitti. Le dissonanze di Keller - lo scetticismo e la rassegnazione esibite dall'eroe del suo romanzo, quell'Enrico il Verde tanto citato dal protagonista della Breve lettera... - vengono tradotte da Handke in armonia pacificatrice. Nell'America, meta del viaggio, sembrano coincidere storia e natura, volontà soggettiva e ruolo sociale. La figura che permette questi trasferimenti è John Ford, che Handke stilizza, facendone l'ultimo omerida: è cieco e veggente (proprio come il cieco de I calabroni che disponeva di una "seconda vista" capace di creare immagini). John Ford, la cui personalità è improntata a un genuino vigore epico, racconta solo "storie vere", poiché l'invenzione rischierebbe di progettare una vita impossibile da essere realmente vissuta. E tutto si risolve in una scena arcadica, in un attimo in cui la storia viene ignorata (un "altro tempo" - l'"altra condizione'' di cui parlava Musil - che solo l'arte può evocare). Forse Handke è giunto in prossimità dell'Arcadia, pronto a gustare (certo, in modo più contemplativo che pratico) la semplicità classica, e la felicità esibita sia dal protagonista della Breve lettera... che da John Ford è indice di una svolta significativa. Il pessimismo delle prime opere sembrava voler dimostrare che la verità dell'arte si riduceva all'impotenza del raccontare storie. Invece John Ford insiste sulla "verità vitale" delle storie. E le storie di Handke che seguiranno cercheranno di sperimentare la possibilità di un'esistenza diretta, non mediata - mentre la Breve lettera... considera questa possibilità in modo ancora astratto, anche se già nel Ritt iiber den Bodensee (Cavalcata sul lago di Costanza, 1972) Handke consigliava di vedere le cose nella loro immediatezza, e non come funzioni nè attraverso, paradossalmente, i filtri linguistici esibiti: "Siamo liberi!" gridano gli attori che, nell'opera, recitano proprio la parte di un gruppo di attori, tra l'altro realmente esistenti (1). Da questo momento Handke vuole cercare di esprimere le proprie espeMariaMaderna - 209
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