Linea d'ombra - anno II - n. 5/6 - estate 1984

discussione non faceva confluire, mentre per le opere teatrali aveva adottato il meccanismo seriale di Heissenbtittel. E ora, quasi Handke si fosse dimenticato dei procedimenti d'avanguardia e dell'adesione alle formule dell'école du régard, eccolo approdare addirittura al romanzo ottocentesco e al genere epico, intriso di tragedia e di poesia. Ma le prime opere in prosa di Handke venivano a collocarsi, polemicamente, a metà strada tra le forme estreme di letteratura documentaristica e quelle della sperimentazione più intransigente mentre le sue opere teatrali erano scritte e rappresentate in una situazione caratterizzata dal documentarismo, da messinscene a tesi (e quando proprio non se ne poteva più di realismo rusticano, come nel caso di Franz Xaver Kroetz) - o, un gradino più su, dal documento autentico, esemplificato dagli Artisti sotto la tenda del circo: perplessi di Kluge, alle cui Biografie Handke si era ispirato per l'uso della sperimentazione linguistica a scopo dichiaratamente (e paradossalmente) antisperimentale, dimostrando, quasi a insaputa dell'autore stesso, che il linguaggio si era rivelato falso e inutile per comunicare. Eppure Handke, sentendosi erede della tradizione tutta austriaca della critica filosofica del linguaggio e chiaramente influenzato dall'estetica di scuola strutturalista, si era buttato a capofitto nell'avventura di voler scrivere la partitura del funzionamento del reale: partendo dal presupposto che il mondo è mediato dal linguaggio, Handke tentò di riprodurre la coscienza sociale nelle sue manifestazioni linguistiche, convinto di aver trovato un metodo ben più efficace dell'impegno che resterebbe, invece, pur sempre legato alla società che vuole combattere. Handke voleva stanare la realtà usando la lingua che tale realtà parla, sottoponendola a critica affinché ritornasse ad essere strumento di conoscenza di questa realtà. Handke trovava "assurdo esprimere una critica nei confronti della società scrivendo una storia o estetizzando tale critica in una poesia. Sarebbe una menzogna rielaborare il proprio impegno 208 - MariaMaderna in una poesia, farne della letteratura, invece di esprimerlo in quanto tale. Questo è estetismo ... ". . E così in Kaspar vengono usati i rituali, i gesti, i modi di fare dei manipolatori senza commentarli, anche se questo "pezzo vocale" si rivela esser ben più che una "tortura linguistica", come era nelle intenzioni dell'autore: per il protagonista, Kaspar, la paura, ma anche i sogni, le speranze possono diventare un'arma di resistenza, la loro descrizione può evocare la fine dell'alienazione. Importante è il ricordo del momento del silenzio, del cercare e del trovare che si pongono come utopia, come immaginazione di uno stato di vita non manipolato. I "suggeritori" non hanno potuto far tacere questi ricordi, queste fantasticherie, e tale prospettiva si rivela, forse ad insaputa dello stesso autore, possibilità per il futuro. Kaspar denunciava anche l'insufficienza della letteratura di fronte all'azione, pur rivelando che ad Handke mancava, in realtà, una coscienza politica; all'autore premeva, sicuramente, esprimere una critica, ma solo dal suo punto di vista di outsider che sa di essere tale; o piuttosto gli interessava il ruolo dell'individuo che stava vivendo l'esperienza della perdita dell'identità, guardandosi bene però dall'esaminare i presupposti sociali. È il caso de Die Hornissen (l calabroni, 1966), opera prima in assoluto di Handke, che descrive la dolorosa esperienza di un singolo, un cieco, che cerca di ricordare qualcosa di sé e del suo passato a partire dalla lettura di un libro ormai dimenticato (!). Ma questa cecità sembra superabile con un "tattismo" che ricorda il primo Peter Weiss, chiamato in causa anche per l'intuizione che il cieco - ma non solo lui - se vuole accedere alla percezione deve servirsi di un diverso approccio alla realtà: i particolari diventano importantissimi, proprio come ne L'ombra del corpo del cocchiere. La fede incrollabile nel linguaggio, la convinzione che esso solo sia in grado di ricapitolare il mondo fanno dimenticare

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