discussione Maria Maderna L'ultimoHandke Sta iniziando una nuova era, e Handke ne è il prof eta. Alla fine del romanzo langsame Heimkehr (Lento ritorno, 1979),Sorger, il protagonista, si sente, per un attimo, improvvisamente vicino a tutti gliesseri umani e alla loro storia: '' Ho fede in questo attimo. Nel momento in cui nescrivo, esso deve diventare la mia legge. Mi dichiaro responsabile del mio futuro, voglioessere partecipe della ragione eterna e non voglio mai più essere solo. Così sia". Così parlò Peter Handke. La Nova di Attraverso i villaggi (Garzanti, 1984) ci consiglia di mettere in pratica fede, speranza, carità: '' Attraverso di me parla lo spirito della nuova era... Non aspettate un'altra guerra ... Ciò che era buono deve tornare ad essere buono ... Sì, nei momenti veri sgorga spontanea la preghiera agli dei: il grido al cielo è la forma, e la forma mostra, nello spazio, l'Arcadia ... ". In Die Lehre der Saincte Victorie (L'insegnamento della S.V., 1980), la novella Il povero suonatore di Grillparzer ricorda al protagonista che bisogna '' cercare un senso": "E così mi tornò la voglia di cercare l'unità nel tutto. Lo sapevo bene: un senso è possibile". Anche nella Geschichte des Bleistifts (Storia della matita, 1982)- in cui abbondano le riflessioni sulla religione e sul divino - troviamo l'annuncio di un'era nuova, positiva, che, a distanza di vent'anni, viene a sostituire la "teoria critica" della Scuola di Francoforte con una "teoria acritica". Handke si oppone alle tradizionali categorie dell'illuminismo: critica, ratio, "dialettica negativa". Invece del dubbio la fede, invece del relativismo qualcosa di definitivo, invece di una critica un'affermazione. L'evidenza sembra aver dichiarato inutile la riflessione. La tetralogia di Handke (accompagnata dal "diario di lavoro" costituito dalla Storia della matita e comprendente anche la Storia con bambina, pubblicata da Garzanti nell'81), sembra mentire i presupposti con cui l'autore, ormai diciassette anni fa, aveva cominciato a scrivere. Eppure l'operazione espressiva delle sue prime opere - anche se tendeva ad aggredire la realtà per smascherarne l'inautenticità, l'orrore nascosto sotto la superficie "decente", esasperando i particolari di tale realtà - era forse già motivata da nostalgici rimpianti e dalla con apevolezza di un paradiso irrimediabilmente perduto. Abbiamo a che fare, forse, con una parabola che include senza continuità tutte le opere di quest'autore sregolatamente e lucidamente eclettico, come pure affascinato da tutti gli estremi mi formali. Paradossalmente A Uraverso i villaggi è una di quelle opere in cui l'autore non ha più nulla da inventare nè da trasformare, in cui si limita ad apportare piccoli perfezionamenti, a eliminare con leggeri ritocchi gli ultimi elementi superflui di quella sua unica, eterna opera che ha sempre scritto. Handke ha usato però tecniche sempre diverse: aveva fornito i suoi primi romanzi di trame e ili, di spunti che volutamente MariaMaderna - 207
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