Linea d'ombra - anno II - n. 5/6 - estate 1984

raccontiitaliani no, di allontanarsi: "Perché - dice - non voglio donnacce nel mio locale." Antonio, impassibile, scosta un lembo dell'impermeabile, mostrando al birraio un distintivo appuntato sul bavero della giacca. Il birrivendolo impallidisce e si scusa allontanandosi. Antonio riprende la bustina dei fiammiferi posata sul tavolo; ne spicca uno e accende con studiata lentezza la sigaretta della ragazza. ''Ti voglio dimostrare la mia gratitudine.'' - dice la donna: si lascia scivolare sulla sedia un poco e solleva le gambe unite; si sfila poi sino alle ginocchia le mutandine nere. Antonio si china e bacia la natura della donna chiusa tra le cosce. "Ti voglio dimostrare la mia gratitudine". Dice la donna. Con un gesto della mano lacera la parte superiore del vestito e fa spuntare fuori un seno sostenuto dal reggipetto. Antonio si leva in piedi e si sbottona i pantaloni; introduce il pene nell'ugula della prostituta e le accarezza i capelli. Quando la misura è ormai colma, Antonio, cavallerescamente, estrae il pene dalla cavità orale della donna e, quasi con disdegno, colpisce con un getto uno scoiattolo impagliato in atto di arrampicarsi sulle corna di un cervo-trofeo. Una goccia di sperma si stende a velare l'occhio di vetro della mummia che assume lo sguardo bianco, tipico dei ciechi. Questo è il primo tempo del film che ho visto stasera, per lo meno ne è la parte più saliente. Il secondo tempo ha sorpreso il pubblico per il troppo breve intervallo che lo ha separato dal primo, qualcuno ha fischiato. Antonio non s'accorge che i clienti stanno abbandonando il locale; chiama il cameriere, richiedendo, con impazienza cortese, il suo boccale. Il cameriere si profonde in scuse tendendo l'orecchio alla cantina; tergiversa, prende tempo, fin quando non ode una specie di squittio disperato provenire dalle cucine, allora si allontana, promettendo premurosamente di portare la birra al più presto. Intanto la ragazza si alza e se ne va. Antonio è solo, notando che il locale è vuoto e silenzioso, comincia a sentire una leggera inquietitudine. Sembra che prèsentisca il suo destino, ma un'inerzia invincibile lo trattiene sulla sedia. Da una tasca della giacca estrae una lettera gualcita; la lettera dice: "Caro Antonio, nonostante tutto io ti ho sempre ... ". A questo punto compare il cameriere con in mano un boccale di birra a forma di stivale; per evitare che la schiuma trabocchi, egli tiene la mano sinistra aperta appoggiata al recipiente di vetro. Non appena il boccale è deposto sul tavolo Antonio comprende che il suo destino è compiuto: nel boccale di vetro, immerso nella birra, uno scoiattolo morto fluttua nella schiuma. "Che significa questo?" grida Antonio. Il cameriere lo guarda senza rispondere. Si sente il rumore della saracinesca del locale che viene chiusa. "È una trappola" - dice Antonio trasalendo. "Lei si sbaglia", risponde il cameriere; come per rassicurarlo, estrae con due dita lo scoiattolo dal boccale e lo getta in un angolo del pavimento. In quel momento, dal retrobottega si fa avanti lentamente la figura massiccia del proprietario: sul bavero della giacca è evidente un grosso distintivo assai più grande di quello mostrato in precedenza da Antonio. Lucio Zanasi - 197

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