raccontiitaliani di essere giallastra, come quella degli altri fiumi, è bionda, insuperata è la sua capacità di attirare i tramonti. Ora trasporta molti più detriti di un tempo: materassi semisommersi s'impigliano nelle gambe di sedie rovesciate nell'acqua, eleganti comò spezzano la schiuma come incrociatori, aprendosi il varco tra le suppellettili più misere. In una macchia d'unto passa il cadavere di uno scoiattolo. Nel ribollire di schiuma egli fila, sfiorando il pilone candido del ponte. Quando torna a galla nella corrente placida egli non scompare più, lentamente diviene un punto nell'acqua e rimane un punto immobile finché lo si guarda; se l'occhio lo abbandona un istante, sparisce. I portoni della Cattedrale di S. Maria erano sprangati, ma una piccola porta che di solito è chiusa, oggi, invece, non lo era. La chiesa è gremita di folla, le statue dei santi più protettivi sono lapidate continuamente con monete leggere, sicché, al lume sterminato delle candele, un luccichio incessante quasi acceca, tagliando tutte le navate. Venditori di patate dolci, riparando i loro carretti negli angoli di mezza oscurità, lasciano in sussurri i loro richiami per non disturbare gli oratori che si avvicendano sul pulpito. Lo spazio, diviso in sezioni sovrane, rasserena, le navate si slanciano meditate dall'ombra dei cornicioni prima di perdersi nel buio delle cupole. Mentre osservavo il soffitto di legno dorato, consideravo come il motivo a foglie d'alloro ricorrente nei riquadri, in uno non fosse compiuto. Sembrava che una macchia, una cancellatura deformasse il disegno. Poi la fiamma di una candela aggiunse ancora un poco di luce: una freccia da tiro a segno inchiodava al soffitto il cadavere di uno scoiattolo. La vastità della chiesa è tale che la folla non forma che grumi sparsi sul pavimento di lapidi; i bambini che tentano di attraversare di corsa la chiesa, si fermano all'improvviso nella distesa che separa l'altare e tornano indietro a precipizio. Se una freccia inchioda uno scoiattolo contro il soffitto, qualche arciere è rimasto. Una ruota da scoiattoli, ma che sia molto grande, con dentro un numero elevato di queste bestie, che energia potrebbe sviluppare? Potrebbe, ad esempio, fornire corrente elettrica ad una città? Oppure compiere operazioni minime che ora sono affidate ai singoli cittadini, ma che, prese in massa, implicano un notevole consumo di energia? Sarebbe possibile, ad esempio, temperare matite, formulare per esteso i numeri telefonici? Aprire senza sforzo pacchetti di sigarette? Qualche terreno ora incolto, coltivato a girasoli, fornirebbe il nutrimento ideale. Consideriamo un centro di centomila abitanti, nulla impedirebbe che il rifornimento idrico di un simile agglomerato fosse affidato ad una di queste ruote o a un numero maggiore di più piccole. Anche il riscaldame_ntodelle case potrebbe essere pulitamente risolto impiegando meccanismi che producano calore per confricazione di materiali incombustibili, per attrito; la forza motrice sarebbe la medesima. I resiLucio Zanasi - 195
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