raccontiitaliani Lucio Zanasi Pacecon gli scoiattoli Verso sera, a volte, esco di casa, varco il grande portone, poi sono in cammino tra i gusci di noce accumulati dal vento negli angoli morti delle strade. Sempre mi fermo a guardare alcuni manifesti affissi da anni sulla facciata di una casa; a grandi caratteri pongono al passante una domanda retorica: "Saranno le nostre pure fanciulle preda degli scoiattoli?". È questo un problema che non ci verrà imposto ancora per molto: i fogli cadono a pezzi, vecchi come sono, forse gli scoiattoli li lacerano per malizia o perché ghiotti di colla. Qualche sotterraneo segno di resistenza è rimasto; qualcuno si dirige verso i passanti così poco numerosi distribuendo opuscoli ormai illeggibili, consapevole ne integra il senso con un sussurro. Conosco una zona della città dove il cadavere di uno scoiattolo, sfuggito alle ricerche dei compagni, si è stranamente conservato. Spesso ho deciso di bruciarlo, mi sono procurato anche una bottiglia di petrolio che porto sempre con me, ma, finora, osservandolo, seduto su una panchina del parco, attraverso la siepe che lo nasconde quasi completamente, io non ho fatto altro che meditare su quella spoglia, cercando di capire quale strana affinità destinasse i nostri due popoli ad un odio così implacabile. Il nemico è disteso su un fianco. Non osando scostare la siepe, ho dedotto lentamente la sua forma attraverso l'intrico dei rametti, solo la punta della coda sporge un poco nell'erba. Mentre il buio infittisce, sto seduto sulla panchina controllando le cime degli alberi che mi circondano. Mio padre, un tempo, accorgendosi della mia vigliaccheria, si sforzò di rendermi coraggioso, ma, forse per il fatto che neppure lui lo era, io rimasi vile e lui, col tempo, si consolò con me. Pure, ora, se mi vedesse camminare così, di notte, per le strade della città, quando la maggior parte delle persone sono in casa al sicuro, io temo che, senza pensarci troppo, si rallegrerebbe per me. Questo pensiero m'impaurisce, ma mi spinge a camminare proprio nel centro delle piazze. Il lungo fiume è la meraviglia di questa città: la sua corrente invece 194 - Lucio Zanasi
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