Linea d'ombra - anno II - n. 5/6 - estate 1984

raccontistranieri da fare per la fessura nel muro sopra quel tavolo. Erano due mesi che stava dietro al padrone di casa perché la facesse riparare. E non c'era stato tempo per spazzare il tappeto, e tutti sanno che il grigiastro sembra ancora più sporco di quanto non sia realmente. E in quanto alla cucina, chi se ne frega. Come si poteva pretendere che lei stesse tutto il giorno fuori in cerca di lavoro e che trovasse anche il tempo di tenere la cucina come quella di sua madre, che non lavorava affatto e aveva anche qualcuno che veniva due volte al mese per le pulizie generali. E ancora ... Il suo immaginario argomentare fu bruscamente interrotto da una seconda serie di colpi accompagnati da un insistente 'Melanie, Melanie, ci sei?' Kiswana avanzò verso la porta. Comincia già prima di entrare. Eppure lo sa che non porto più quel nome! Spalancò la porta e si trovò di fronte il volto leggermente accaldato di sua madre. 'Ah, ciao, mamma. Sai, pensavo di aver sentito bussare, ma ero sicura che fosse alla porta accanto, dato che quasi nessuno rrii chiama più Melanie'. Un punto a mio favore, pensò. 'Bè, è proprio strano che tu scordi un nome a cui hai risposto per ventitreanni', disse la signora Browne precedendo Kiswana nell'appartamento. 'Dio, che scalata. Da quanto non funziona l'ascensore? Tesoro, come ce la fai con il bucato e la spesa con tutte quelle scale? Bè, sei giovane e lo so che non ti disturba quanto disturba me'. Questo fuoco di fila di domande fece capire a Kiswana che sua madre non aveva intenzione di cominciare la visita con un'altra discussione sul suo nuovo nome africano. 'Sai che ti avrei chiamato prima di venire, ma è che non hai ancora il telefono. Non volevo tu avessi la sensazione che stavo venendo a ficcare il naso. Per la verità non mi aspettavo neppure di trovarti a casa. Pensavo fossi fuori a cercar lavoro'. La signora Browne aveva già fatto il giro dell'appartamento col pensiero mentre parlava e si toglieva il cappotto. 'Sì, mi sono alzata tardi stamani. Pensavo di comprare l'edizione della sera e di cominciare presto domattina'. 'Questa mi sembra una buona idea'. Sua madre si avvicinò alla finestra, prese da terra il giornale scartato e gettò un'occhiata agli annunci economici sottolineati a casaccio. 'Da quando ti sei fatta un'esperienza come operatrice di montacarichi?' Kiswana trattenne il respiro e si maledì in silenzio per la sua stupidità. 'Ah, mi è scivolata la mano. Volevo sottolineare 'archivista'. Prese alla svelta il giornale prima che la madre potesse vedere che aveva anche sottolineato 'piazzista di posateria' e 'chauffeur'. 'Sei certa che non te ne stavi seduta qui a rimuginare e a sognare ad occhi aperti come al solito?'. Negli occhi della signora Browne apparve lo scintillìo dorato di una risata. Kiswana raddrizzò le spalle e cercò senza riuscirci di nascondere il suo imbarazzo dietro un'apparenza indignata. 'Oh, dio, Mamma, sono anni che non lo faccio, non sono mica una bambina. Quando ti metterai in testa che sono una donna, ora?' Cercò disperatamente di fare qualcosa da vera donna e poi decise di gettarsi sul divano e accavallare le gambe con un'aria che sperava apparisse disinvolta. 'Accomodati, ti prego', disse cercando di usare tono e gesti che aveva visto usare a Bette Davis nei film di mezzanotte. Gloria1Vaylor - 187

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