discussione zione positiva, anche là dove soggetto di scrittura e soggetto di lettura coincidono. L'ultimo racconto di Alice Walker, "The Color Purple", premio Pulitzer 1983 per la miglior storia breve, parla proprio di questo: attraverso un carteggio del tutto unilaterale, prima con Dio e poi con una sorella amata e persa, quindi attraverso un'assenza totale di azione e un massimo di dialogo tra sé e sé, la protagonista riesce a garantirsi la sopravvivenza. Un'inversione di termini: uno strumento astratto, il monologo interiore, mediato però dalla materialità della scrittura, come arma efficace e pratica su chi sa invece fare uso solo della violenza materiale. Tema ricorrente questo della sopravvivenza, nel suo duplice significato di sopravvivenza materiale e psicologica. Si può essere vivi anche in stato di schiavitù, come si può essere morti a se stessi anche da liberi. È in molti casi la contrapposizione uomo-donna. Sopravvivere vuole dire avere il senso della propria dignità, avere stima di sè, non accontentarsi di rappresentarsi come vittime, fare tesoro delle sconfitte per non doverle subire una volta di più, riconoscere i segni della propria vulnerabilità per non lasciarla agire ancora, essere responsabili di sè e delle proprie scelte anche quando la condizione esterna sembra renderlo impossibilè. Sull'importanza dell'autostima nel sistema della sopravvivenza femminile le autrici nere dicono parole illuminanti. "Quando l'autostima femminile si deteriora, si mette in moto una serie di reazioni a catena: la donna si lascia catturare in relazioni sempre più distruttive, cosa che erode ancora di più la sua stima di sè." (Tate) "Le donne, in particolare, tendono a perdersi di vista all'interno di una relazione negativa.'' (Sanchez) Ma come si origina per la donna la stima di sè? Non all'interno della relazione con l'uomo o nella dedizione. "Le donne si rendono conto che il sentirsi contente di sè e lo stare bene devono scaturire da loro stesse prima di poter essere condivisi con un'altra persona." (Shange) "Basare il rispetto di sè sull'autosacrificio in funzione di altri, i propri cari, i figli o i familiari, e non occuparsi del proprio benessere spirituale è · una proposizione autodistruttiva." (Tate) "È il silenzio delle madri ad essere sconvolgente per me. Le madri sanno quanto sia spaventoso rinunciare ad una vita propria per la famiglia e i figli e perdere se stesse per occuparsi di altri. Mandare la propria figlia verso questo tipo di autosacrificio, in silenzio senza nessuna preparazione, è un peccato mortale. Rompere questo silenzio considero che sia la mia responsabilità di scrittrice." (Shange) L'identificazione della donna nera con l'uomo ha in questo senso giocato del tutto negativamente, perché ha reso assai complessa la legittimazione dei rapporti tra donne. Si tratta di recuperare l'amore di sè e insieme l'amore per le altre donne. "Dobbiamo curarci in profondità per capire che cosa, a noi come donne, è stato fatto." (DeVeaux) Ritornano, attorno/attraverso il tema della sopravvivenza, altri temi ricorrenti: la rottura di un falso sistema di solidarietà, l'importanza del dire la verità e di rompere schemi di rappresentazione piatti e unidimensionali, il rifiuto di scambiare l'unità con l'uguaglianza, l'enfasi sulla differenza, la necessità di non rispettare la paura più di se stesse. "Non dobbiamo assoggettarci alla sofferenza come a un fine in sè. Non dobbiamo fare la celebrazioMaria1Vadotti - 177
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