Linea d'ombra - anno II - n. 5/6 - estate 1984

discassione ti, contrapposto al davvero muto linguaggio degli uomini che non sembrano più avere la capacità di comporre sentimento e intelligenza. '' Agli uomini è stato insegnato ad occuparsi soltanto di quello che capiscono ... Tutti quanti abbiamo la capacità di sentire profondamente, di agire in conseguenza dei nostri sentimenti e di vedere dove essi ci portino, ma gli uomini in generale hanno perso questa capacità, così si tengono attorno le donne, perché se ne occupino al loro posto." (Lorde). Molte storie, specialmente quelle scritte da uomini neri, non parlano assolutamente della parte più intima dell'io. Come se del personale si potesse parlare solo in rapporto ad un conflitto con l'esterno e con le sue istituzioni. Basti pensare all"'Uomo invisibile" di Ralph Ellison. Sono le donne a rompere questa separazione e la silenziosa complicità che la ha nutrita, denunciando la miseria di un'intelligenza che non lascia trasparire le contraddizioni e anche le ambiguità che solo nella relazione privata si possono sviluppare fino al punto massimo e che quindi presentano anche un massimo di potenzialità, di cambiamento e di comprensione. ''Sarebbe davvero difficile per gli uomini una messa a fuoco emotiva, dal momento che in generale hanno così pochi rapporti veramente intimi con altri esseri umani. Gli uomini non hanno un vocabolario delle emozioni, che invece è così sviluppato nelle donne, perché da sempre si sono occupate di altre persone. Gli uomini, almeno certi uomini, sono del tutto incapaci di esprimere i loro sentimenti, a meno che non siano di umiliazione, rabbia, fierezza, desiderio di vendetta o di dominio su altri esseri umani." (Shange) "Gli uomini neri pensano, contro il loro interesse, che non si possa essere interessanti se non si è globali, contrapponendo globale a personale. Invece il nostro potere reale viene dal personale; la nostra intelligenza della vita viene dalla prof onda conoscenza che abbiamo in noi, che ci viene proprio da quello che sentiamo." (Lorde) "Penso che sia estremamente importante lasciare libero corso alle emozioni. Bloccarle sul nascere permette di mantenere il proprio decoro in ogni situazione. La nostra società permette alla gente di essere assolutamente nevrotica e del tutto incapace di toccare i propri sentimenti e i sentimenti di chiunque altro e, ciò nonostante, di essere rispettabilissima. lo sono interessata soprattutto ad una risposta emotiva. Ho certamente dei momenti 'intellettuali', ma non ne sono tanto consapevole. Sto cercando di modificare l'idea che emozioni e intelletto siano facoltà distinte." (Shange) "Io scrivo con il cuore". (Brooks) "La disponibilità delle donne ad esplorare in profondità se stesse e la propria storia, la loro familiarità con il linguaggio delle emozioni, dei sentimenti e delle intuizioni, le hanno dotate di 'vista', di capacità di scrutare e di vedere al di là.'' (DeVeaux) Una capacità non affermativa forse, ma certamente potente, che ha prodotto sul piano letterario una serie di figure femminili "oracolari". Basti pensare a Pilate che, in "The Song of Solomon" della Morrison, convoca passato e futuro, magia e sapienza, per determinare il destino degli uomini e delle donne che sono nella sua vita. Sguardo che penetra oltre l'apparenza dei corpi, sensibilità che non si fà mediare dalle parole, ma che si attiva in una serie di atti "potenti": dare la vita, differire la morte, liberare la capacità di volo. Maria1Vadotti - 175

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