discussione scrittura mutua da altre zone linguaggio ed andamento: la zona dei sogni e dell'inconscio, di cui ripete/imita immagini, metafore, simboli, percorsi temporali e spaziali. Scrittura soggettiva e personale, ma mai p·rivata o banalmente autobiografica. Il diario, che sta a monte di molte delle scritture femminili a cui ci si riferisce, non è che lo sfondo su cui si agirà l'atto dello scrivere, come se la registrazione di esperienze personali e di pensieri, di osservazioni e di ricordi, liberasse capacità e libertà di racconto, dove l'autobiografico sparisce nella sua forma bassa di descrizione/ripetizione e ricompare nella sublimazione dell'atto narrativo. Chi scrive raramente usa la prima persona e sceglie la storia come oggetto di narrazione: la mediazione è data, in generale, da una o più figure femminili attraverso le quali la scrittrice può esporre e analizzare le proprie esperienze psichiche. "Impoveriamo ogni cosa scritta se la consideriamo un'esperienza. La posizione di chi scrive è una posizione di empatia rispetto alla condizione umana" (Giovanni). "Le nostre visioni cominciano insieme ai nostri desideri" (Lorde). "Io non faccio un grande-uso dell'autobiografia nella mia scrittura. La mia vita è priva di eventi rilevanti. Scrivere ha a che fare con l'immaginazione ... ma solo quando ti sei liberata di tutta la merda, sei in grado di volare. Io non scrivo su ciò che conosco. È quello che mi è sconosciuto che mi stimola alla scrittura. So appena quel che basta per cominciare. Scrivere è scoprire, è parlare in profondità òentro di sè, è una conversazione del profondo" (Morrison). Dove è chiaro che l'asse si sposta dal parlare di sè al parlare con sè. "La storia che racconto può essere la mia storia personale, ma senza diventare soltanto un peso. Essa non è infatti solo una storia personale. Lo è, ma l'intero mondo vi confluisce" (Sanchez). Autoanalisi, introspezione da una parte e esemplarità dall'altra: il rinvenimento della parte rimossa di sè è il superamento di una cancellazione storica più vasta e quindi il punto possibile della identificazione femminile. "La mia coscienza di me ha a che vedere con la mia capacità di misurarmi con quello che sento ... e la mia responsabilità di donna che scrive è di non perdere contatto con me stessa, proprio per scoprire le cause di un dolore che accomuna le donne e per rispettarle. Il mio lavoro non è altro che l'esplorazione della vita della gente" (Shange). "La mia scrittura è autobiografica, se per autobiografico si intende proiettivo. In questo momento io non scrivo per un pubblico: scrivo, perché per me è un modo di vivere, un modo di espandermi più che posso e di vedermi in quanti ruoli e situazioni voglio. Se potessi vivere da albero o da fiume, se potessi essere la luna o il sole, una stella o la terra o una roccia, lo farei. Scrivere mi permette di essere più di quel che sono ... Autobiografico è infatti anche ciò che non è mai accaduto." (A. Walker) All'origine della scrittura femminile nera sembra esserci dunque un movimento indisciplinato verso l'interno, un sottrarsi alla regola del silenzio senza assumere però la voce dettata dall'esterno. È ricorrente nelle dichiarazioni delle scrittrici il tema del silenzio, dell'assenza di voce, del mutismo, più legato però al mimetismo rispetto ad un linguaggio non liberamente elaborato o alla intimidazione subita in presenza degli uomini, che ad un silenzio originario reale. Silenzio comunque rumoroso, denso di atti comunican174 - Maria1Vadotti
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