discussione Maria Nadotti BlackAmerican WomenWriters Gli anni '70 e questi anni '80 nord-americani hanno assistito ad un fenomeno letterario e culturale numericamente e qualitativamente troppo rilevante per essere rimosso: la scrittura delle donne nere. Un fenomeno non nuovo-in sè, ma reso tale dalla nuova disponibilità dell'editoria, della critica e del pubblico. Mentre non è un fatto reale infatti la crescita quantitativa di testi scritti da donne nere, è sicuramente reale l'aumento dei testi che vengono pubblicati. La spiegazione più semplice potrebbe essere di tipo politico e sociale: le lotte per i diritti civili degli anni '60 avrebbero portato con sè, come effetto meccanico, anche un tanto di riconoscimento e di spazio all'interno dei settori artistici e culturali fino ad allora preclusi ai neri e tanto più alle donne nere. Spiegazione parziale e che non fà in ogni caso giustizia alle autrici in questione. Per almeno due ragioni: perché non entra nel merito della loro scrittura e della loro ricerca di contenuti e di forma; e perché non riconosce la specificità del loro essere, oltre che nere, donne. Far passare la linea di demarcazione solo secondo il tracciato della razza non è infatti possibile nel caso della scrittura. A detta di tutte le autrici nere incontrate o lette, la posizione di chi oltre che essere nera è donna è talmente eccentrica e contradditoria da rendere necessaria una investigazione particolare e l'elaborazione di schemi interpretativi originali o meglio l'eliminazione di ogni schema. Si può provare allora a partire proprio da qui, da questa intersezione, dal legame tra minoranza razziale e sesso "debole", di sicuro il territorio più complesso, controverso e sofferente dell'America di questi giorni. Cosa succede infatti alla donna nera scrittrice? Le succede di essere, perché tali sono il suo mestiere e la sua funzione, produttrice di immagini e di simboli, di modelli e di visioni. Evocatrice di memorie, testimone e sibilla, la scrittrice si trova a muoversi in una zona che, per vivere nella contemporaneità storica, deve alimentarsi del passato collettivo di un popolo, ma anche proiettarsi in avanti, nell'immaginazione e nella prefigurazione. Questa tenuta diacronica, il cui strumento centrale è la consapevolezza di sè, come donna e come nera, contiene il rischio dell'isolamento, della rottura delle complicità, del fare un pezzo di strada in poche e tra molte ostilità. Fare un lavoro di riscoperta del proprio passato e delle proprie origini, così come analizzare la propria situazione presente, se si è mirate alla ricerca 172 - Maria1Vadotti
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