Linea d'ombra - anno II - n. 5/6 - estate 1984

raccontiitaliani suonare scortesia. Guardò dalla finestra. Si scorgeva un po' di Senna; un vaporetto zeppo di passeggeri solcava le acque scintillanti e mobili. Su una delle rive c'erano delle ragazze - commesse, probabilmente -che terminato il breve pasto prendevano il sole con le gonne rialzate fino alle mutande. Le loro gambe brillavano chiare. Gli parve di udire un grido lontano. Che doveva fare? Tornò a guardare l'orologio. Si sentiva dimenticato. Nel tempo stesso una stanchezza mortale lo invadeva. Aveva sonno. Di nuovo entrò in bagno e senza pensarci si mise sotto la doccia, lasciando gli abiti disordinatamente per terra. Regolò i rubinetti in modo che l'acqua non gli arrivasse del tutto fredda. Per un poco non pensò più niente, penetrato e invaso dal fresco umidore. Stretto nell'accappatoio andò a sedere vicino alla finestra intanto strofinandosi lungo il corpo. Laggiù non c'erano più le ragazze, al posto del vaporetto transitava lentamente una grande chiatta. Era nera, con baleni di ferro e ruggine. Gli arrivarono i borbottii del motore, opachi e intermittenti come singhiozzi. E se Sciascia, d'accordo col portiere, avesse inteso... ? Impossibile, s'era detto. Sebbene. Sebbene i siciliani siano subdoli e sottili. I loro scopi non sono mai chiari, e sempre tortuosi. C'è la storia secolare, a dirlo. Ma per che cosa, poi? La risposta non si presentava. In realtà, non ce n'erano. Il distillato di immaginazione araba, di risentimento ebraico e di cultura greca, aveva prodotto Sciascia come, qualche decennio prima, Pirandello. Era questo? Sottili, analitici, caµsidici e permalosi; e anche perfidi. Non esiste sottigliezza senza crudeltà. Gli apparve il volto di Sciascia: le due grandi pieghe ai lati della bocca, gli occhi che talvolta si velavano di una sorta di malinconia senza riparo, la stessa profonda amarezza del suo scetticismo. Impossibile, si disse di nuovo. Si smarriva. Grida improvvise, provenienti dal corridoio, lo svegliarono dal suo sonno. Parevano voci allegre, o anche adirate. A distanza, le due cose si confondevano. E sembravano voci italiane, se non addirittura siciliane. Che strana coincidenza, pensò. SebastianoAddamo - 149

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==