raccontiitaliani dello nasceva da lì, da questo misto di 1lluminismo e di ossessione. E la mafia. Pensò al terrorismo che per quel tempo assillava la società italiana. Stragi, morti, ricatti. Ma la mafia era un'altra cosa. Il terrorismo restava esterno, un fatto della crudeltà della ragione; e la mafia era interna e costitutiva, siciliana, e di nessun altro posto. Si sentiva stordito. Forse era stanco. Riconosceva, in quel momento, di accreditare ai siciliani più o meno di quanto gli competesse. Pensò al Tornasi e al personaggio del medesimo Tornasi, al gusto di morte che li possedeva entrambi, a quella loro morbida razionalità che, a considerarla, rasenta il delirio, si capovolge nel proprio contrario. Con gli occhi, cercò la presa di luce. Andò a collocare il registratore su un tavolinetto, Spostò il tavolinetto in modo da inserire la spina nella presa. Apri la valigetta e accese il registratore. Vide che le bobine giravano, e arrestò il meccanismo con un colpo secco. La cortesia. L'ospitalità. Considerò la cosa con stupefazione. Di nuovo gli vennero in mente i modi di una cultura siciliana più segreta e riposta di quanto non trapeli dalle scritture, duttile e sinuosa come un regolo ... Ripensò all'incontro del giorno avanti con Sciascia, alla mostra dei disegni di Pasolini organizzata dalla Casa Italiana della cultura. Niente di eccezionale, beninteso. Ma servivano a precisare una biografia quantomeno singolare. C'era un gruppo di persone che si soffermava davanti ai disegni. Ogni tanto qualcuno di loro diceva qualcosa a bassa voce. D'un tratto uno disse: "Le poète assassiné'' L'allusione era facile, del tutto ovvia. E un'altra voce del gruppo: "Ucciso" mormorò. "È più semplice. E più giusto" Era Sciascia. Si era avvicinato. Lo aveva riconosciuto. Sciascia fumava senza interruzione, nemmeno badando alla sigaretta. Emetteva fumo come dietro una cortina. Stringeva la sigaretta tra indice e mediç,, infantilmente mantenendo allargate le altre dita. Un vezzo, e molto meno un segno di certezza di sè. Poi assieme a Sciascia erano andati in un locale dove si beveva caffè all'italiana, anzi alla Siciliana, aveva precisato Sciascia sorridendo. "Il barista è siciliano". ' Erano dappertutto, spuntavano nei luoghi e nel momento più impensati e, intanto, i più opportuni. Sciascia pareva alludere a queste cose, col suo sorriso. Lo aveva guardato, se n'era stupito. Il riso di Sciascia è altro dal riso. È ombroso, quasi sinistro. Nasce su un volto olivastro, poco mobile, dove solamente i nerissimi occhi 146 - SebastianoAddamo
RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==