Linea d'ombra - anno II - n. 5/6 - estate 1984

raccontiitaliani Lucio Piccolo, al Tornasi, siciliani e cosmopoliti, o cosmopoliti perché siciliani,e per converso al Borgese inutilmente ritornato ... Sono onirici, talvolta beffardi, inquieti e allarmanti, lettori oscuri e infaticabili, cercatori di incunaboli come lumache ... E tragici. A pensarci, non c'era in tutta Europa un posto più tragico della Sicilia. Pensò a Brancati il quale, in fondo, aveva trasferito nel comico il dramma di Pirandello, che a sua volta manteneva uno sguardo comico. Del resto, la drammaticità pirandelliana genera il sorriso, e Brancati invece ha un riso cupo e un soffio di morte ... L'intelligenza ha il sentimento del comico, pensò ricordando Swift. Pure ripensò al prossimo corso per gli studenti di 2° anno, da dedicare a Brancati e alla oniricitàcomica. Pensò a Sciascia il quale, a sua volta rifaceva il cammino inverso: riportare il comico nella tragedia, questa dialettica perseverante e immutabile, questo stranissimo movimento nella immobilità. La forma si disgrega, la classicità dell'Ellade diventa meridiana e agonica. Ricordò Gorgia e il suo nullismo. E forse i siciliani non sono che il cattivo umore dei Greci... · L'ascensore aprì le porte e l'Inglese prese le valigie avviandosi lungo il corridoio. C'era ombra soffice e una sorta di fresco che s'intuiva nel suo sudore. Ebbe dei brividi. Giunto davanti alla camera, si soffermò un istante prima di bussare. Voleva rifiatare. Bussò, infine, e non venne alcuna risposta. Tornò a bussare, dopo un poco. E di nuovo non pervenendo alcuna risposta, decise di aprire la porta. Guardò dallo spiraglio. Non c'era nessuno. Entrò, posando le valigie. Pensò al ritardo del taxi e allo scompiglio che stava arrecando. Probabilmente starà per tornare, si disse. Ha aspettato, e tra breve tornerà. Fece alcuni passi. Dalla finestra aperta penetrava leggero vento, le tendine fluttuavano opalescenti. Comunque, avvertiva imbarazzo. Non sapeva come considerare quel che gli stava capitando. Ricordò dei siciliani quanto di loro emergeva dai loro scritti e dagli scritti intorno a essi, come l'ospitalità da essi signorilmente praticata forse non era che forma di segreta alterigia... Si trovò immerso in un flusso di sensazioni che s'intrecciavano, s'accavallavano, quasi a trovarsi in un groviglio, come è stato scritto per la villa di Palagonia, di follia e grottesco. Viste le cose da un'altra prospettiva, era certamente folle quel che stava avvenendo. E pensò alle multiple e contrastanti associazioni che man mano affioravano e facevano perno sulla Sicilia, i deliri, le mostruose stravaganze del principe di Palagonia e della sua villa... PiranSebastianoAddamo - 145

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