Linea d'ombra - anno II - n. 5/6 - estate 1984

raccontiitaliani Con affanno giunse al banco del portiere il quale se ne stava a conversare con uno in divisa. Dovevano essere amici, perché ridevano forte e complici. "Cocu" sentì dire. Entrambj risero. Con il medesimo affanno l'Inglese si rivolse al portiere. "Sciascia?" chiese, intanto guardando intorno. L'ora era tiepida e silenziosa. C'era stanco sentore d'inedia e di meriggio. Il portiere gli si voltò aggrottando le sopracciglia. Calcò con la voce sull'ultima sillaba,e ripetette: ''Scia-scià'' Il portiere lo squadrò rapidamente; rapidamente guardò la valigia grande, che era nera, rigida, massiccia e lucidissima; si soffermò su quella piccola, infine assentì. "Chambre" disse per tutta risposta porgendogli la chiave e contemporaneamente indicandogli il numero, e con la mano, l'ascensore che si apriva subito dopo il banco. L'Inglese posò la valigia e afferrò la chiave, riprese la valigia. Ebbe il tempo di guardare il numero sul pomello di ottone brunito entrando nell'ascensore. Premette il pulsante. Mentre le porte si rinchiudevano, udì il portiere e il suo amico che riprendevano a parlare e a ridere. * * * Cos'era? Se lo chiedeva nella morbida partenza dell'ascensore. Con perplessità guardò la chiave nel cavo della mano. Il sudore gli scoppiò d'improv.viso come gli capitava nei momenti di confusione, lo sentì serpeggiare lungo la schiena, colargli sulla fronte, appannargli gli occhi. Possibile? Proprio non ·avrebbe supposto, immaginato. Incredibile. Extraordinary, pensò. Asciugò il sudore che tuttavia continuava irrefrenabile e copioso. Possibile? Guardò la chiave nella manò. Non ci potevano essere dubbi, si rispose. Sciascia lo stava attendendo nella stanza. Egli, essendo un razionale, aveva scelto il luogo più razionale e confacente per una intervista. Rapidamente si richiamò la scrittura di Sciascia, il ritmo ipotattico che lo connota: cartesiana, cioè chiara, e ambigua. Ambigua nei sensi. E pensò ai siciliani che sono strani e imprevedibili, esseri senza razza che circolano per il mondo. Senza razza. Che è il modo prerazionale, dunque naturale, innato, pensò, di mantenersi fedeli a una radice senza necessità di una patria. Forse come Sciascia, pensò. Essi viaggiano, proseguì nei suoi pensieri. E tra di sè sorrise. Spesso restando per tutta la vita rinchiusi e risentiti nella loro isola. Pensò a 144 - SebastianoAddamo

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