raccontiitaliani Sebastiano Addamo L'ombrae l'altrafaccia Tutto è fantasia, eccetto ilfantastico. Anonimo Il taxi s'arrestò con uno scatto secco sotto l'hotel. L'Inglese venne fuori sveltamente. Il sole che in quel maggio a Parigi era forte, mise con violenza in risalto il biondo quasi albino dei capelli e il volto che d'improvviso apparve coperto di macchie rosse. Aiutato dal tassista estrasse dal bagagliaio la valigia che subito gli pesò nella mano. In fondo alla strada brillavano le rive della Senna in un polverio giallo. Con l'altra mano afferrò delicatamente la valigetta del registratore. Il tassista quasi rabbiosamente chiuse il bagagliaio. Dalla faccia dell'uomo capì che erano arrivati più tardi di quanto avesse sperato. Gli passarono strani pensieri. La puntualità, più che un principio, era il suo metodo costante. Per lui significava anche disciplina e non soltanto educazione e rispetto; anche rigore, scrupolo di informazione; esattezza. La faccia del tassista era quieta e inespressiva quando arrotolò nella mano il denaro. Fu l'ultima cosa che vide assieme alla Senna che baluginava e a un volto di donna alla finestra. Di corsa attraversò la hall silenzioso. Pensò nel frattempo alla stranezza dell'evento. L'incontro del tutto improvviso, l'improvvisa cordialità, la richiesta dell'intervista, l'assenso cortesissimo, la frenetica compulsazione di orari e coincidenze, e il tassista, forse ingannato dal pessimo francese del cliente, che sbaglia indirizzo... E che era lo stesso strano per un inglese andare a intervistare a Parigi un siciliano. Sebbene qualcuno, gli pareva di ricordare, avesse detto (o scritto) essere più facile incontrare un siciliano a Parigi che non a Milano. Quantomeno, certi siciliani. Ebbe il tempo di pensare a Michele Palmieri di Micciché del quale s'era occupato al tempo del suo corso su Stendhalismoe sicilianismo. I Pensées, i Moeurs di questo strano e colto siciliano, "the crazy Miccih , '' c e... SebastianoAddamo - 143
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