raccontiitaliani coi passi corti di un topo, attenta alle piccole cose della giornata e la moglie impinguata dal benessere portava con dignità la sua misera bellezza e governava il servizio con l'aiuto di una avventizia. Mi sarebbe facile cadere nel grottesco se impietoso volessi immaginare di rompere il segreto della camera da letto. Un segreto certo povero come il ventre della sposa, la pelle di lei grossa e scura contro l'insaccato bianco di lui e la sua incapacità di raggiungere lo scatto e la tensione che esalta e illude oltre la miseria della vita, il saziarsi di entrambi come bambini che leccassero una coppa di crema. Pur col suo triste palato, il cuoco aveva spesso l'espressione soddisfatta del ghiotto. Non era uomo nullo, la sua intelligenza si era fatta più sottile, anche le bugie gli riuscivano meglio, perché ora sapeva vedere se stesso e gli altri, quasi avesse un istintivo senso del teatro. A piccola rivincita contro le miserie della sua vita, in memoria dei suoi sogni lontani, a dispetto della moglie e del suo vivere presente, volle che un decoratore dipingesse due grandi occhi di donna azzurri sulla parete cieca della villa, che fosse dimenticato il vecchio nome ''Villa Rosa'' e che si chiamasse: 'Ristorante degli occhi azzurri'. Un nome bizzarro, non ce n'era un altro al mondo e questo gli piaceva e non a torto pensò che gli avrebbe portato fortuna. E pure sotto questo spirito tranquillo e non privo di qualche allegra inventiva, la paura di Oreste, tenuta nascosta, doveva premere sugli strati bassi del suo essere e generare segreti furori che egli stesso non . . . nusc1va a percepire. Durante le soste del suo lavoro di bollitore di pentole e di cuocitore di arrosti Oreste guardava dalle grandi finestre della sua cucina, mentre dal fiasco si metteva in gola un sorso di vino, la natura di fuori come un viaggiatore che torna in città guarda dal treno i campi fioriti. Egli ormai sapeva di dover correre sui binari di una vita senza avventure. I suoi occhi porcini si dilatavano e ridevano quando vedeva nel cielo contro le montagne lontane azzurrine al mattino, o rosate nell'ora del tramonto, uccelli passare veloci, spesso a piccoli stormi e sfiorare le viti che erano sul pendio poco sopra il suo ristorante per andare a posarsi sulla bella corona di carpini che era più in là in una balz.aesposta, quasi a picco sul lago grigio di piombo. Alla pesca non aveva rinunciato, per quello che la sua nuova attività gli permetteva e aveva fatto con naturale soddisfazione un nuovo accordo con l'amico brigante; ora gli era socio e quasi padrone, la barca era sua e più di metà delle reti erano sue, l'altro doveva portargli il pesce ogni mattina. Ma ora quello che lo attraeva di più era il gioco del roccolo. Se non avete mai visto un roccolo, ora i roccoli sono rari e la caccia è permessa solo a severe condizioni, se non siete mai entrati nell'incanto di quel cerchio di erba verde, tra le alte piante, sono carpini di solito, tra cui si nasconde l'insidia delle reti, e non avete ascoltato il canto dei Livio Garzanti - 139
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