raccontiitaliani come ha detto un filosofo, lo spreco degli affetti, è uno dei consumi necessari per i viventi. L'uomo diavolo si faceva accompagnare spesso da Oreste e gli raccontava qualche avventura adattandola al suo ascoltatore, mentre lanciava improperi contro alcuni esseri visibili o altri invisibili. Ora Oreste si sentiva sicuro, gli piaceva ridere delle vittime e immaginare gradassate che certo egli avrebbe saputo compiere se qualcuno lo avesse offeso nel suo ''diritto''. Il Diritto: questa sacra parola cominciò così a entrare nella sua mente. Era un giorno di mezza estate già caldo e afoso, si era fatto nuvolo scuro in un pezzo di cielo ed era calato dai monti per una valle stretta un vento violento, improvviso a battere sul lago e ad alzarne le acque proprio come le aveva viste figurate in un ex-voto. Oreste, uscito di casa, si era messo con l'amico diavolo e con altra gente dietro a un ridosso, ad ammirare la forza della natura, e sentiva il soffio dell'aria fresca bagnata di polvere d'acqua che lo raggiungeva senza troppa forza in quel luogo riparato e godeva del piacere che dà il sentirsi sicuri quando altri è in pericolo. C'era, non molto discosta dalla riva, una barca fragile e leggera che ballava sulle onde, che erano corte, strette l'una all'altra, e puntute come denti di un luccio. C'erano nella barca due persone che facevano forza sullo stesso paio di remi, un remo si ruppe, la barca cominciò a sbandare e a caricarsi d'acqua. Il salvataggio era pericoloso, ma non troppo. Oreste corse a cercare delle corde e poi con gli altri alla darsena per mettere in acqua un solido vascello, poi, improvviso, si fermò, rosso dalla fatica ma tranquillo, lasciò che l'amico diavolo e un compagno su un solido vascello entrassero per un breve tratto nella tempesta vicino all'insidia degli scogli. Sedendo sottovento sulla riva, accanto a me, pronunciò la storica frase: "Io non ho il diritto di rischiare la mia vita." Aveva imparato anche ad avere un'alta concezione di sé, cosa importante per avere successo. Non solo il diavolo, ma anche il Diritto lo proteggeva. Quando cominciò a intrigare con le tasse, soddisfatto e sorridente diceva spesso quasi intercalando: "È la legge, c'è la legge" e si fermava su questa parola, per un attimo, in ossequioso rispetto. La pesca gli dava qualche discreto guadagno, ma il suo futuro chiedeva altre fortune, i consigli della madre erano saggi, erano passati molti anni dalla morte del padre ed egli ormai era vicino ai trent'anni. Prese le cose da lontano come era giusto. I suoi sogni di un tempo si erano illuminati per il volto di una fanciulla "che aveva gli occhi azzurri", questo solo egli aveva saputo dire alla madre; l'aveva vista poche volte e le aveva parlato poco, ma anche soltanto questo gli era bastato per ricordarsela a lungo e per dire a se stesso che aveva conosciuto l'amore. Ma nella casa di sua madre e quindi nella sua l'amore era ignorato e il sesso... era 'cosa pericolosa', bisognava maneggiarlo con cautela, trattarlo come un bisogno corporale, al chiuso, nella camera Livio Garzanti - 137
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