raccontiitaliani lo schema di un meccanismo ed era per questo utile a tutti. Il figlio imparava da lei il piacere che dà l'intelligenza, quando abitando male il cervello, finisce nelle mani. Il figlio allora aveva una quindicina d'anni, andava sempre un po' curvo, non per necessità di cattiva costituzione, ma, si sarebbe detto, per prudenza, come se si tenesse sempre pronto a fare un inchino, non si sapeva a chi, magari solo al destino. Aveva un baschetto in testa e se lo toglieva con qualche impaccio appena vedesse qualche persona anche di piccolo riguardo. Quando lo impugnava, con la mano incerta prendeva anche e sollevava un ciuffo dei suoi capelli biondastri che poi gli cadevano sulla fronte e doveva penare, diventando rosso, a raggiustarseli. Oreste amava i motori, ma preferiva la pesca. Del resto anche le reti, nuovissime di nylon, sottili tanto che i pesci non potevano vederle, dovevano essere trattate da mani intelligenti, e l'andare a pesca gli faceva conoscere le meraviglie della natura. Educato alle piccole astuzie e al buonsenso, sentiva il bisogno di evadere nella sua fantasia. Le mani che vengono fuori viola dall'acqua faticano a tenere la presa. Il lago è calmo, è pace sulla distesa cinerea prima che il sole appaia, e silenzio, come prima di una nascita. Le reti salgono lente, pesanti. Bisogna andare piano, essere cauti, lavorare con un remo solo, come col mestolo della polenta. Piano, una mano passa all'altra dietro la rete, l'acqua scroscia, si contano i sugheri, sono la misura della rete e anche del tempo che si consuma. La rete è delicata, può rompersi o aggrovigliarsi. Mentre viene fuori dal buio del profondo si vede se porta qualcosa: "Niente, niente," l'uomo scandisce ad ogni bracciata; finché "eccolo", si impasta la bocca e si strozza la voce nel dare l'annuncio. ''Piano che non ci scappi.'' Brilla come un miracolo della creazione l'argento. Il pesce è grosso, sbatte, emerge, l'occhio vitreo non segna paura, non segna dolore. Santo Pietro era pescatore, sia benedetto il dolore che non si vede e che non si sa. I guizzi del pesce danno gioia. Lo si prenderà con una reticella messa in punta a un lungo bastone. Agonizzerà insieme ad altri in una cesta, senza rantoli. Il pescatore rimarrà al suo posto, attento a muovere la barca e a guardare verso il fondo qualcosa che brilla ancora fra le maglie di un'altra oltana. Poi, quando si torna a casa nel primo tepore del sole, i pesci morti con quell'occhio "così vivo" danno gioia, ed è poesia. Di questa esperienza antica Oreste sentì il grande fascino. Cominciò con l'aiutare un vecchio parente a posare i tramagli la sera, nell'ora del tramonto, poi a muovere lento un remo in piccolo cerchio, facendo girare la pala su se stessa perché la barca avanzi di lato per accostare meglio la rete, imparò anche a fare piccoli rammendi alle maglie. Fu infine pronto a seguire il vecchio nelle levatacce, quando era ancora buio, con la lampada in mano, verso la darsena. Poi gli divenne socio. Fu una lenta, ma precisa carriera, quando il vecchio morì, la barca e le reti furono sue. Questo fu il premio meritato per il rispetto che la ma134 - Livio Garzanti
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