discussione Maurizio Perugi Appunti su GiovanniGiudici L'ultima raccolta di Giudici (Lume dei tuoi misteri, Milano, Mondadori, I°984)lascia decisamente in primo piano il momento metalinguistico: è poesia che parla di se stessa o che, meglio, è alla ricerca di se stessa; e dunque si descrive nel suo farsi, fotografando il proprio sforzo organizzativo attraverso una sequenza di flashes discontinui, ciascuno dei quali è un tentativo di uncinare frammenti di scrittura acciuffati alla superficie del gorgo donde rispuntano. Le tre sezioni in cui la raccolta si articola corrispondono ad altrettanti capitoli di un unico itinerario: Accordi, taccuino di presenze inghiottite dalla «storia», che affiorano alla ricerca di una propria carta d'identità; Ghirlandetta, frammenti di un sogno continuato e sempre in bilico fra l'indeterminato e l'assurdo; infine Akt, dove storia e sogno si combinano e si precisano in simboli ricorrenti: Emma, i doberman, l'ossessione dell'israelita a cui scotta il terreno sotto i piedi, in un ambiente vagamente mitteleuropeo «Meclemburgo è nome fittizio di un luogo vero». Come una fetta cospicua di poesia novecentesca, anche questa è poesia metonimica, che non si esaurisce nella singola unità compositiva, ma si proietta in successioni contigue e soprattutto discrete, sollecitando agganci a distanza: da « Ignaro [... ] ;· Che Emma è esperta del vento / Conosce il senso del paese» 1 (Veggente) a «Emma fulva marmotta / 112 - MaurizioPerugi Scoiattola che la sua noce / Concottando sgranocchia»2 (Concocting); da «Un bravo poeta e un brav 'uomo non sarà detto I Di me» con quel che segue (Madonnina) a «Cane della mia sorte che con te porti il mio cuore3 / Mia sconfinata crudeltà» (Altre spiegazioni). Tutta la raccolta è del resto definibile attraverso una serie di costanti. Anzitutto essa è un taccuino di sogni: «Scrivo d'un sogno dentro un sogno I Memoria d'una memoria I Uomo bandiera e nave / Inghiottiti dalla storia» (Bandiera); «Da molti mesi un mesto sogno / Avevo da raccontarti» (Sembiante)4; «fu un sogno dentro un sogno I L'amore che ti vive» (Occhiali). La memoria è alla continua ricerca di nomi, strade, luoghi: coordinate spaziali e temporali per irretire personaggi che fluttuano («Corrono e stanno fermi / Corrono eterni»: così in Pola), strappati a viva forza dal vuoto nel tentativo di riconsegnarli a una «storia» che, come dice la citazione epigrafica (da Schopenhauer) all'inizio, risiede «nella vita del singolo». E dunque: «Non lo voleva perché era innamorata/ Di un altro che la storia mi raccontò» (/taglia); «Nel tempo che Maria filava / la storia avventurosa e brava» (Foto); «Nobile timidezza in faccia alla storia I Dove il suo nome un posto avrà» (Sonnifero); «Ho avuto si una storia» (Storia). «Mi sembra di sforzarmi a raccontarvi un sogno - vano tentativo»: così co-
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