Linea d'ombra - anno II - n. 4 - febbraio 1984

discussione vincoli, la storia deve poter esercitare una pressione quanto mai debole: se si aggroviglia in un'eterna e immota ripetizione, come avverrà in Finnegans Wake, tanto meglio. I romanzi, è chiaro, possono fermare le storie, ma non la storia: e i modi in cui ci rappresentiamo il mutamento storico continuano ad esser cruciali per la formazione della nostra identità. Abbandonato come inelegante dalla letteratura modernista, l'intreccio narrativo fu inevitabilmente adottato da un sistema letterario parallelo - la letteratura di massa - che, altrettanto inevitabilmente, finì col conquistare un rilievo e un'importanza sempre maggiori. La letteratura di massa ci attrae perché "sa raccontare delle storie", e di storie abbiamo sempre tutti bisogno: sono un modo per mettere ordine nell'esperienza e nella percezione del mondo. Se dunque, invece dei Buddenbrook, circola L'uomo che non sapeva amare, vada per Harold Robbins: non è certo un progresso, nella nostra percezione della storia, ma è pur sempre un fatto che in questo secolo le forme narrative capaci df affrontare le grandi strutture e trasformazioni della vita sociale appartengono molto spesso ai diversi generi della letteratura o, più in generale, della cultura di massa. Ora, la critica marxista non solo ha sottovalutato il rilievo della letteratura di massa nel nostro secolo, ma ha anche mancato di cogliere il suo nesso sistematico con le esperienze moderniste. Se lo studio del modernismo letterario vuole essere un'analisi di una parte della cultura moderna e del suo ruolo nella storia, dovrà rendersi conto che i silenzi e i vuoti del modernismo sono altrettanto significativi delle sue realizzazioni, e sono stati occupati e riempiti da altre voci, ben diverse. E infine, quel che un secolo di modernismo ci insegna è che l'ironia - pur essendo uno straordinario prodotto culturale - deve ritrovare un qualche rapporto, sia pure problematico, con la tematica della decisione: oppure, che si prepari all'idea che la storia non le apparterrà mai più. Franco Moretti (Roma 1950) insegna letteratura inglese all'Università di Verona. Fa parte della redazione di "Calibano" e di "Quaderni Piacentini". 92 - Franco Moretti

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