Linea d'ombra - anno II - n. 4 - febbraio 1984

discussione "prima" vita del tutto spoglia di quelle qualità. Da questo punto di vista il modernismo letterario e artistico appare ancora una volta come una componente essenziale della grande trasformazione simbolica che ha avuto luogo nelle società occidentali contemporanee: il senso dell'esistenza non viene più cercato nel campo della vita pubblica, della politica, del lavoro: si è spostato nel mondo del consumo e della vita privata. Questa seconda sfera è divenuta incredibilmente più ricca di promesse, emozionante, e libera, e al suo interno possiamo felicemente indulgere nelle nostre interminabili fantasticherie. Ma queste sono simmetriche - di più: devono la loro stessa esistenza all'indifferenza miope ed annoiata della nostra vita pubblica. Le fantasticherie - anche le più sovversive - non hanno in realtà alcun interesse a cambiare il mondo, perché la loro essenza consiste nello scorrergli parallele, in vicendevole mancanza di contatto: dato poi che il mondo non è che un"'occasione" per il loro sviluppo, tanto vale che resti quale è. Il romanticismo, osservava Schmitt, riuscì a convivere con ogni sorta di regimi e ideologie politiche: la cosa è ancor più vera per il modernismo, le cui opzioni politiche - così eterogenee e varie da coprire praticamente l'intero spettro dell'esistente - possono essere spiegate solo sulla base di una sostanziale e incrollabile indifferenza politica. 6. Esiste una complicità tra l'ironia modernista e l'indifferenza verso la storia e la prassi: una delle conferme più compiute la troviamo nella scelta retorica di Joyce di riscrivere quello che è praticamente lo stesso brano in due o più stili diversi, scelta che è evidenziata in numerosi capitoli di Ulisse ed è attiva nel testo preso nel suo insieme. Quasi mai "motivata" (sulla base della personalità di chi parla, per esempio), questa tecnica è posta di fronte al lettore come performance mozzafiato di competenza letteraria - e, aggiungerei, di ironia letteraria, visto che la radice dell'ironia consiste appunto nel riuscire a vedere le cose da più di un punto di vista. Ora, questa scelta retorica riorganizza in modo vistoso la nostra percezione del tempo e della storia. Lo status della storia in Ulysses è di per sè, come tutti sanno, piuttosto misero: a voler essere grossolani, ben poco di narrativamente "interessante" accade nel romanzo. Ma al di là di questo, la molteplicità stilistica dell'Ulisse fa sì che la nostra attenzione venga distolta da ciò che comunque accade, per concentrarsi invece sui vari modi in cui gli avvenimenti possono venir visti e giudicati. Per servirsi dei termini correnti della narratologia, Joyce ha radicalizzato la tendenza narrativa che ha inteso sviluppare il piano del "discorso" a spese di quello della "storia" o "racconto". Significativo non è ciò che avviene, la logica degli eventi e delle decisioni - ma le reazioni soggettive e immotivate (libere, dunque) a quel piano. E perché queste reazioni possano essere davvero prive di FrancoMoretti - 91

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==