Linea d'ombra - anno II - n. 4 - febbraio 1984

apertura fino alla nausea di vita cittadina, l'emozione campestre, quella essenzialmente georgica della terra che viene lavorata, quella virgiliana e quella del nostro grande Lope de Vega, è scomparsa. Per l'arte moderna la campagna è un'invenzione della città, una creazione del tedio urbano e del terrore crescente degli agglomerati umani. Amore per la Natura? Secondo i punti di vista. Nella campagna l'uomo moderno cerca la solitudine, cosa assai poco naturale. Qualcuno dirà che cerca se stesso. Ma ciò che è naturale nell'uomo è cercarsi nel suo vicino, nel suo prossimo, come dice Unamuno, il giovane e saggio rettore di Salamanca. Io credo piuttosto che l'uomo moderno fugge da se stesso, verso le piante e le pietre, per odio della sua propria animalità, che la città esalta e corrompe. I medici dicono, più semplicemente, che va in cerca di salute, cosa di cui, beninteso, non c'è da dubitare. * * * lo vorrei - Mairena parla ai suoi alunni - che entraste nel mondo letterario guariti da quello snobismo per il quale è nuovo solo l'abito che reca ancora l'etichetta del sarto, ed è elegante solo chi lo porta così. Perché se noi professori non siamo capaci di prevenirvi contro una stravaganza di così cattivo gusto, che profitto trarreste da noi? Ma non per questo vi consiglierò l'amore della consuetudine e neppure il rispetto della tradizione stretta. Al contrario; non c'è originalità possibile senza un poco di ribellione contro il passato. È vero che il passato, come tale, è immodificabile, voglio dire che, se sono nato di venerdì, è già impossibile di assoluta impossibilità che io sia venuto al mondo in qualsiasi altro giorno della settimana. Ma questa 'è una verità sterile, tanto è logica, anche se ci serve a gareggiare con gli dei, i quali fallirebbero come noi se cercassero di cambiare la nostra data di nascita. Volete di più? È sempre interessante indagare su ciò che è stato. D'accordo. Ma per noi il passato è ciò che vive nella memoria di qualcuno, e in quanto agisce in una coscienza, pertanto incorporato a un presente e in costante funzione di avvenire. Visto così - e non è affatto un assurdo che così lo vediamo-, il passato è materia di infinita plasticità, atta a ricevere le più svariate forme. Per questo non mi limito a dissuadervi da uno snobismo da sempliciotti che aspetta la novità caduta dal cielo, la quale sarebbe di una vecchiaia cosmica opprimente, ma vi consiglio una incursione nel vostro passato vivo, che si modifica da sé e che voi dovete in piena coscienza correggere, aumentare, depurare, sottomettere a una nuova struttura fino a convertirlo in una vera creazione vostra. Questo passato io lo chiamo apocrifo, per distinguerlo dall'altro, dal passato irreparabile che la storia indaga e che sarebbe quello autentico: il passato accaduto o passato propriamente detto. Ma se voi pensate che un apocrifo dichiarato cessa di essere tale perché non nasconde nulla, mutandosi in puro gioco o Antonio Machado - 9

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