Linea d'ombra - anno II - n. 4 - febbraio 1984

raccontiitaliani concentrarsi su altro che lo sforzo di respirare. Certo Antonio non riusciva a pensare che a questo. Prendi l'aria. Buttala fuori. Prendila. Buttala. Gli sembrava ogni volta di dover sollevare insieme al suo petto i mattoni di tutta la casa. Provò a muoversi. Da quanto tempo era lì. Da quanto stava così male? Qualcuno gli toccò una mano. Forse stava cercando di parlargli. Brusii. Doveva rimanere lucido. Capire di più. Prendila. Buttala. Per ora non più di questo. Gli sembrò che una brezza leggera gli alitasse sul viso come aprimavera. Invece era autunno. Stava morendo. Di questo era quasi sicuro. E la morte era il buio, perché più stava male, meno luce c'era. Brusii, di nuovo. - Il babbo ... - - Dottore, venga... - Prendila. Buttala. Sentì che gli appoggiavano qualcosa sul viso e gli sembrò di respirare meglio. Forse avrebbe avuto qualche momento di tregua, doveva approfittarne per utilizzare di nuovo il cervello. Cercò di aprire gli occhi, ma non capiva se le palpebre gli ubbidivano quando comandava loro di alzarsi. Vedeva macchie indistinte agitarsi e volti, forse sognati, chinarsi su"di lui. Non riusciva a capire quale fosse la realtà. Poi la luce cominciò a crescere, il dolore a lasciarlo. Fu di nuovo Antonio. E le parole iniziarono a sgorgargli dalla mente, come da un cilindro magico. Tutte le parole Giorgiovan Straten - 79

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