Linea d'ombra - anno II - n. 4 - febbraio 1984

raccontiitaliani Non avere più solo le storie e i libri, ma qualche volta anche Giovanni e il babbo. Quando scese di nuovo, vestita e pronta (ma per andare dove?) trovò Antonio in salotto, seduto sul divano. - Allora, babbo? - - Allora sono proprio stanco di stare in casa. Come se cambiasse qualcosa. Oggi esco, dottore o non dottore. - Clara prese una sigaretta e l'accese. - Non sei un bambino, sai tu quello che è meglio fare. - Ma dubitò che lo sapesse davvero. - Come è saggia stamani mia figlia - le rispose Antonio. Lei guardava la parete, dove i quadri non erano riusciti a coprire del tutto il segno del pannello, quello delle pistole. Doveva chiamare l'imbianchino. Da due anni, ormai. - Ora telefono a Michele - disse Antonio. - Fa come vuoi, ma non tornare tardi. - - Sarò a casa prima di mezzogiorno. - Clara guardò fuori dalla finestra, in mezzo al giardino. Le piante, le siepi le ricordavano ora, con quella luce chiara e limpida, tranquillità perdute da tempo. Se rimaneva lì, poteva illudersi che esistessero ancora, là fuori. Non uscire. Non rimanere delusi. · - Allora, sei deciso? - - Mi fa più male discutere, che fare una passeggiata. - Lei si sedette sul bracciolo, accanto a lui e gli passò una mano sui capelli. - Riguardati, sei il babbo più bello che ho. - Poi si alzò e si avviò verso la cucina. Aveva un groppo alla gola. Presentimenti cretini. Nient'altro che la malinconia delle giornate d'inverno, quando sono troppo limpide. Il viso di Antonio le attraversò la memoria, come una freccia. "Non morire, babbo, ti prego" pensò, accartocciando il sacchetto del pane. - Fermati qui - disse a Michele. Avevano superato da poco il cancello sulla provinciale, dove la strada diventava privata e sterrata. Sua. Erano vicini alla villa, solo un campo e poi la siepe del giardino. Di nuovo a casa, e stava male come prima. - Tu va pure fino alla villa, io salgo a piedi. - L'auto ripartì, lentamente, cercando di sollevare meno polvere possibile, e si perse quasi subito dietro la curva. Antonio si voltò a guardare davanti a sè l'altro lato della valle, con l'attenzione che non si dà quasi mai alle cose che si vedono continuamente. Eppure era così bello il fianco della collina. Prima di arrivare in cima al crinale gli occhi percorrevano una diversità di paesaggi. In basso un reticolo di olivi era circondato dal tornante di una strada, di cui non si vedevano altri tratti. Poi una macchia di castagni, verde profondo e ombra, e dietro di nuovo olivi e terra dissodata. Più in alto strisce di verde (forse una vigna, ma già la vista ingannava), una villa spezzettata dagli alberi e una fila di cipressi che le scorrevano al fianco. Sopra una zona più aperta e ancora alberi accanto. E finalmente la cima del colle sagomata di cielo. E anche così non era riuscito a raccogliere tutto e ogni volta che con gli occhi saliva e scendeva per la collina, trovava qualcosa di nuovo, angoli sfuggiti. Era la sua campagna, lo 72 - Giorgiovan Straten

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