Linea d'ombra - anno II - n. 4 - febbraio 1984

raccontiitaliani Giorgio van Straten Gli ultimigiorni (continuazione e fine) III La strada scendeva a larghi tornanti, in un'intermittenza di luce; fra alberi e foglie. Ora ad arrivare in città ci metteva, al massimo, venti minuti. Quando era giovane, invece, e la strada provinciale non asfaltata, con la sua prima macchina ce ne metteva il doppio a scendere e tre volte tanto a tornare in salita. Toccò la spalla a Michele che guidava. - Vorrei una sigaretta - gli disse. Lui gli allungò una Ms. Gli piacevano poco, ma il gioco era quello, prendere o lasciare. 1 campi al di là dei cipressi erano freschi e più colorati dei giorni precedenti. Scesero veloci, scivolando sull'asfalto, che sfrigolava di gomma. Aveva appena finito la sigaretta quando arrivarono. Alle prime case della città fece cenno a Michele di fermarsi, accanto a una cabina telefonica. Poi scese, con un po' di fatica, dalla macchina ed entrò dentro. Ci si rigirava male in quel posto e non gli fu semplice estrarre l'agenda dalla tasca della giacca. Compose il numero. - Pronto? - Rispose Giulia. - Buongiorno, sono Antonio Castellari. - - Ah, buongiorno, sta meglio? - La voce di lei era gentile ma distaccata. - Sì, anzi oggi sono uscito, sono qui in città. - - Ho già capito, vuole venire da me. - Antonio non riusciva a capire che risposta gli avrebbe dato. Provò a difendersi. - Beh, sì, me lo avevi promesso. - - Lo so - gli rispose. Lui si appoggiò all'apparecchio e chiuse gli occhi in attesa. Non avrebbe sopportato una nuova delusione, doveva dirgli di sì, parlare con lui. Non fosse stato per il posto in cui si trovava, avrebbe anche potuto pregare. - D'accordo, qui da me fra mezz'ora, va bene? - - Va bene, va bene, a più tardi - rispose, poi riagganciò il microfono e uscì dalla cabina. Era sudato, ma felice. Michele gli fece un segno con la mano, lui gli indicò il centro della città. "Uno di questi giorni faccio anche 60 - Giorgio van Straten

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