raccontiitaliani Piergiorgio Bellocchio La settimanabianca Molto ci sarebbe da dire sulla Settimana Bianca, sul discutibile arredamento dell'albergo, sul risparmio di nafta nelle ore notturne, sulla cattiva ricezione televisiva (da taluni imputata all'antenna, da altri all'apparecchio non recentissimo, da altri ancora alla peculiare conformazione fisica della zona), inconvenienti d'altronde bilanciati dalla solerzia del personale di servizio, dalla cucina sana e abbondante e dalla presenza di spirito della signora Iris, la nostra simpatica albergatrice, sempre all'altezza della situazione. E soprattutto, come non ci si stancava di rimarcare, dal prezzo di assoluto favore riservato ai soci del CAI (Club Alpino Italiano, associazione di cui ho appreso solo recentemente, e con qualche sorpresa, che mia moglie fa parte) ed esteso ai famigliari. Un soggiorno non spiacevole, malgrado i patemi indotti dalla mia indefettibile sfiducia nella sicurezza degli impianti di risalita, un risveglio emorroidale e l'inopinata renitenza del nostro piccolo Pietro ad apprendere i primi rudimenti dell'arte sciistica, che non valsero a smuovere né blandizie né rimbrotti, né appelli alla ragione, né promessa di doni, né minacce di ritorsioni, né lo sprone emulativo costituito dagli altri bambini che operavano sui loro attrezzi con la disinvoltura di piccoli robot caricati a molla o telecomandati. La delusione, diciamo pure l'umiliazione, fu sofferta non poco dalla madre, peraltro risarcita dal chiaro, indubitabile successo incontrato dai suoi maglioni peruviani e dalle pantofole norvegesi (sempreché non abbia invertito la nazionalità degli indumenti). Quanto a me, che pure non mi sottrassi ai doveri connessi al ruolo paterno, giocando alternativamente la carta della trattativa e quella della fermezza, nulla risparmiandomi, neanche l'estremo disonore del richiamo all'alto costo delle lezioni, non nascondo di aver provato un segreto moto di soddisfazione e solidarietà con la fobìa di nostro figlio per uno sport che mi è sempre parso innaturale, disagevole, poco utile, pericoloso, nonché socialmente e economicamente assurdo, assommando il doppio svantaggio di essere tanto più dispendioso quanto meno elitario. Del resto, perché illudersi? L'integrazione di Pietro, perfetto conformista e consumista, col popolo sciatore è solo rimandata alla prossima occasione. Converrà anche accennare all'atmosfera di sostanziale armonia rePiergiorgioBellocchio - 53
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