Linea d'ombra - anno II - n. 4 - febbraio 1984

raccontiitaliani cuno che conosce dice come stai e si aspetta bene e tu per poi svignarsela via un po' nervoso e lei invece si mette a parlare guardandolo bene in faccia gli racconta una storia di un amico comune che l'altro adesso ascolta tranquillo e mentre poi se ne va lentamente sorridendo lei compera uova e biscotti non troppo dolci. Poi esce entra ancora in un paio di negozi non fa troppo caldo. L'estate sta per finire? Si sente dall'odore che non è più terroso né stabile. Con l'estate che se ne va lei cammina verso casa e la testa le viaggia un po' verso l'avventura di un'altra stagione. Alle tre del pomeriggio non sembrava accaldata e non ha attraversato per camminare all'ombra. Si è solo passata una mano sul collo sollevando un po' i capelli. Sono entrato in un bar e l'ho guardata proseguire. li suo percorso sotto il sole prima che svoltasse l'angolo mi è sembrato lunghissimo. Nella grande sala già affollata lei cerca due posti sul lato sinistro e vanno a sedersi lì. Così da lì lei potrà vedere le mani del pianista e ascolterà i miracoloso della musica che da segno grafico si trasforma in suono. Prodigio artigianale la sapienza di un mestiere. Questo la fa stare tranquilla e adesso lei si appoggia allo schienale della poltrona e non conosce il brano e aspetta di conoscerlo. Si distrae due volte perché guarda la faccia attenta del pianista che suona a memoria tre quarti d'ora di note. Respirando calma segue il tema della musica del musicista e afferra ogni tanto il sapiente calcolo di note che gli ha attraversato il pensiero mentre componeva. Poi chi è con lei le dice qualcosa sottovoce e lei risponde qualcosa sottovoce e riprende a guardare le mani del pianista che ha imparato a interpretare quelle note che il musicista aveva imparato a calcolare. Poi il pianista si alza e si inchina va e torna e si inchina e lei applaude tutto questo imparare con un senso di benessere che vuole imparare a non dimenticare. Oggi era pallida. Non triste mi è sembrata ma come se qualcosa l'avesse danneggiata e i capelli le ricadevano molto in avanti. Per due volte li ha trattenuti un attimo con la mano e così ho visto bene che aveva lo sguardo un po' immobile che non voleva vedere. Ogni tanto lei sta per morire. Anzi è già morta come adesso lì seduta non lontano dalla finestra ma in modo che non vede fuori. Se fosse viva la posizione sarebbe strana perché davanti alla sedia non c'è il davanzale della finestra non c'è un tavolo qualcosa a cui riferirsi. Quando è,morta il telefono smette di suonare nessuno parla attorPiera Oppezzo - 51

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