Linea d'ombra - anno II - n. 4 - febbraio 1984

raccontiitaliani riesco più a controllare. Ma forse la cosa non è evidente. Lei mi guarda a volte ma mi ha visto? Voglio dire sono mai passato attraverso i suoi pensieri? Stamattina camminava adagio mentre leggeva una lettera. Erano due fogli che svolazzavano un po'. Lei si è fermata e li ha tenuti fermi con la mano. In questo momento da lei c'è un gran disordine e la casa è inospitale e la finestra sbatte per il vento e qualcosa scivola e lei accorre e urta qualcos'altro che non smette di traballare. In questo momento niente le dà più fastidio di un oggetto che non cade e proprio in questo momento chiude gli occhi tutto si ricompone un po'. Non c'è più disordine solo qualcosa da mettere a posto. Mentre si dà da fare tiene d'occhio una cartolina dove c'è un pacifico chiostro sole fiori verde arcate spazio cielo. Con quest'opera del passato piena di energia usata bene lì tra un libro e un altro oggetto il momento presente prende la sua dimensione di momento. Lei guarda ancora. Il passato è pieno di presente. Il futuro sarà tutto presente nel passato. Questo accumulo di tempi la sostiene mentre ha finito di fare ordine e adesso la casa è ospitale e così lei finalmente prende la borsa e esce. Quando succede che la sogno mi sveglio più calmo come dopo averla incontrata. Ho sempre paura che lei mi sfugga di non incontrarla più. Questo perché mi è sempre sembrato che lei sia lì per partire e quando per qualche giorno non la vedo penso che adesso è successo. Ieri l'ho guardata allontanarsi e mi sono sentito commosso come sulla banchina di una stazione. Lei spalanca la finestra e sono le sete del mattino. Sente l'aria fresca sulla faccia sulle braccia e il suono delle campane attorno alla testa è domenica. Andrebbe in chiesa se non ci fosse il culto. Starebbe in piedi proprio nel centro cercando di pensare intensamente per quale ragione è lì. Dovrebbe essere domenica il tempo un po' rallentato la luce un po' sabbiosa che lei accoglierebbe dalle vetrate. Con la finestra adesso spalancata il pianoforte chiuso il letto sfatto la stanza è un bel teatrino con poche sedie ma disposte bene e lì seduta lei guarda il fondale oltre la finestra e non c'è la solita casa ma la struttura interna della chiesa. Mentre adesso l'aroma del caffè si diffonde le campane suonano di nuovo dopo una breve pausa lei sta seduta molto comoda però composta. Così composta starebbe in piedi nel centro della chiesa e ben eretta inseguirebbe la sua domanda. I termini non li afferra con chiaPiera Oppe:a,o - 49

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