Linea d'ombra - anno II - n. 4 - febbraio 1984

raccontiitaliani Quando l'ho incontrata stamattina lei era in fondo alla strada. L'ho vista di spalle. Era allegra ho visto. I capelli le andavano sulla maglietta azzurro scuro spento più morbidi del'ultima volta. Mi è sembrata più piccola. La gente vista da dietro sembra più piccola. Avevaun sacchetto della spesa ma leggero. Qualcuno canta sui tetti vicini o forse è a un piano alto della casa vicina. Lei ascolta poi si distrae. Prima ha ascoltato una lunga telefonata un po' in piedi un po' seduta ha fatto dei segni su un foglio tante linee sbavate baffute leggermente curve fili d'erba. Sorridendo poi ridendo ha parlato. Ha descritto minuziosamente una situazione. Si è divertita ha riagganciato si è distratta. Si distrae sempre ma poi ricorda mentre fa delle cose. Ha tantissimo da fare specialmente cose piccole. Specialmente cose uguali. Queste cose uguali sono il suo gran da fare banale ma concreto pensa adesso mentre si china a sistemare qualcosa e poi si deve ancora chinare e succederà anche domani che si deve alzare in punta di piedi. Un po' per l'ansia di non averla rivista da qualche giorno e avendo forse meno paura ieri mi sono avvicinato di più. Lei parla con qualcuno. So che non posso ascoltare ma vorrei sentire la sua voce. Invece quando passo la persona la sta salutando e sento tutte le vocali del suo nome. Una fa spalancare la bocca come per un urlo o una forte esclamazione. Qui ha raggiunto la strada tranquilla là lei era aggrovigliata nel traffico. I capelli chiusi dentro al finestrino di un camion prima e poi per alcuni metri seduta sul cofano di una piccola auto dove un tale le aveva fatto posto ma poi lei era scesa sul manubrio di un motorino più vicino a terra. Qui camminare è un avvenimento. Indisturbata lei può alzare lo sguardo e così lei sta andando per la sua storia. La sua storia oggi è una commedia leggera più esattamente un'opera buffa. Qualcosa con tutti gli elementi del tragico che invece di radicarsi piroettano e poi levitano in un lungo sorriso. C'è anche un po' di vento che muove la scenografia e il sole sembra più possente più fisso mentre tutto ondeggia a tratti e fa qualche sberleffo e le facce cercano di mantenere immobile l'espressione con quello sforzo muscolare che è la risata tenuta dentro. Questa storia che sto scrivendo di lei mi dà molto da fare tantissimo. E continua come il respiro. Come il respiro a volte un po' affannosa altre no. Ieri mentre ero all'edicola lei si allontanava. Da un po' non la vedo di fronte. Senza volerlo ho cambiato angolazione. Adesso lei ha i capelli più lunghi. Piera Oppeuo - 47

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